lunedì 8 novembre 2010

I FALSARI DELLA FED

I soldi falsi della FED
Pubblicato il 7 novembre 2010 da Stefano                                  

Uscire dalla crisi é facile: stampa i tuoi soldi fai-da-te.
Lo ammetto, da bambino ho fatto
Totó falsarioanch’io le mie brave raccolte di figurine Panini. La prima che mi ricordi era intitolata “Storia d’Italia”. Le bustine costavano dieci lire e dentro c’erano figurine su carta patinata da incollare all’album con la colla nei barattolini di plastica che aveva l’odore (e il sapore) delle mandorle. Il maestro, a scuola, un po’ si arrabbiava se nell’intervallo facevamo lo scambio delle doppie, ma, alla fine dei conti, la raccolta con le sue figure di epiche battaglie fra romani e barbari, fungeva un po’ da sussidiario alle lezioni di storia. Poi vennero le raccolte dei cantanti e dei calciatori e lì il conflitto con l’autorità scolastica divenne scontro aperto.
Ora, mi dicono, alcune di quelle raccolte sono vendute e comprate sui banchi dei collezionisti a prezzi esorbitanti. E questa è la seconda differenza con le banconote americane. La prima differenza fra banconote americane e le figurine Panini è che la differenza fra il prezzo di stampa e quello di mercato delle figurine è stabilito dal mercato, cioè dalla disponibilità finanziaria dei ragazzi per i quali il prodotto è stato pensato. Se stampare cinque figurine costa alla ditta Panini 30 centesimi di Euro e in edicola sono rivendute a 50 centesimi di euro, Panini ha guadagnato venti centesimi. Per le banconote, la differenza fra le spese di stampa e il loro valore nominale è virtuale e fantastica. La Banca Centrale (che non appartiene allo Stato, ma è di proprietà privata) spende pochi centesimi per la carta e per l’inchiostro e, una volta consegnate alle banche o allo Stato, le sue figurine valgono tanti miliardi quanti ne hanno scritti sulle figurine. Se per la figurina da dieci euro, la banca ha speso trenta centesimi, il guadagno è di 9,70 € e se la banconota è di 100 €, il guadagno è di 99,70 €.
È credenza comune che dietro ad ogni banconota in circolazione esista nel caveau di chissà quale banca, una corrispettiva quantità di oro. Anche questo è falso. La banca centrale di qualsiasi paese, è autorizzata dallo Stato a stampare quantità dieci volte superiori alle proprie riserve in oro, divise e valori finanziari. Ciò significa che nella regola, nei caveau delle banche centrali ci sono cumuli di cambiali firmate dagli Stati sovrani sotto forma di buoni del tesoro, una certa quantità di divise e qualche tonnellata di oro e che tutto questo messo assieme non coprirà mai MAI! la quantità di denaro in circolazione e, nella regola, nemmeno il dieci per cento dello stesso. Per dirne una, le riserve in oro della Banca d’Italia ammontano a 2.451,8 tonnellate, pari a 86.484.699,984 once (1 oncia = 28,3495231 g.) al prezzo di 1.400 $ l’oncia è uguale a 121.078.579.977,9468 $ (121, … miliardi $) pari a ca. 86.213.742.554,35006 € (86, … miliardi di €). Il debito pubblico dello Stato ammonta al 31/12/2009 a € 1.760,765 miliardi di €. Se domani i risparmiatori italiani andassero tutti a ritirare il controvalore dei loro B.O.T., B.T.P. e C.T.Z., alle 10 del mattino le riserve della Banca d’Italia sarebbero finite e ca. diciannove risparmiatori su venti resteranno a bocca asciutta.
Negli Stati Uniti, non da oggi, hanno fatto una scoperta geniale. Una grande parte del loro debito pubblico, cioè il corrispettivo dei nostri buoni del tesoro, è stato venduto all’estero, particolarmente in Cina (dai 750 ai 900 miliardi di dollari) ma anche in Germania.
Ora, trovandosi nella situazione di non poter più pagare i propri debiti, Ben Bernanke, attuale presidente dei governatori della FED (la banca centrale americana) ha deciso di stampare più soldi. Così, dal nulla, saranno creati 600 miliardi di dollari  senza nessun controvalore. Totó non avrebbe saputo fare di meglio, con una piccola differenza: Totó sarebbe finito in galera, Ben Bernanke continuerà a essere Presidente dell’istituto finanziario più potente del mondo e questa è l’unica differenza fra Totó e Ben Bernanke. Va da sé che Cina e Germania are not amused. Immaginate di aver preso in pegno il Rolex del vostro vicino di casa a un prezzo di cento dollari e che durante la notte il dollaro abbia subito una svalutazione del 30% (600 miliardi di dollari equivalgono a circa un terzo dei dollari in circolazione, M1). Quando il giorno dopo dovete restituire il Rolex, i cento dollari che vi sono ridati valgono un terzo in meno del giorno prima. Un po’ vi sentirete presi per i fondelli.
Ecco che il termine “Stato Canaglia” acquista un significato del tutto nuovo.
Pubblicazione de Il Derviscio

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