martedì 28 aprile 2009

Notti Berlinesi - Seconda Notte




Berlin, 11. 10. 1984
23 Uhr 0
 
Abbiamo deciso di continuare queste meditazioni notturne, ispirandoci ai francobolli; questa volta si tratta di un francobollo inglese che rappresenta l’Adorazione dei Re Magi e dei Pastori di Gesù Bambino. Il francobollo è molto bello,pieno di colori e di forte espressività, ma non siamo riusciti a trovarlo sul Web e quindi lo sostituiamo con quest'altra bellissima rappresentazione del Mantegna, un capolavoro del Rinascimento italiano.

Il Natale è la Festività cristiana per eccellenza e cade, come tutti sanno, il 25 di Dicembre. In realtà il Natale dovrebbe cadere il 21 di Dicembre, giorno del Solstizio invernale, quando il Sole si trova nel punto più lontano dalla Terra e quando la Luce conosce il tempo più breve di permanenza, di manifestazione nella complessiva durata del giorno.Dal Solstizio d’Estate sino a quello dell’Inverno scorre un periodo temporale che da molte Tradizioni spirituali viene considerato come un periodo in discesa; ciò non significa solo che lungo questa frazione temporale, il persistere della Luce nell’arco della giornata si fa sempre più breve, significa anche che al culmine del suo mancare, appare il Dono divino, impersonificato da un essere umano che volontariamente ritorna nel mondo manifestato. È interessante il fatto che i due Solstizi, in molte Tradizioni, vengono assimilati a due Porte attraverso le quali si può solo entrare ma non uscire. Il Guènon fa notare come l’essere umano, dopo aver vissuto la sua esistenza nel mondo manifestato, secondo il grado spirituale cui sarà pervenuto, „ne uscirà per l’una o per l’altra delle due Porte“. Ma qui il discorso si farebbe estremamente complesso per cui ci sembra cosa migliore citare una nota del Guènon che in riferimento alla „porta degli dei“ della Tradizione hindu, la Porta ascendente, scrive: „La „porta degli dei“ può essere un’entrata solo nel caso di discesa volontaria nel mondo manifestato, sia di un essere già „liberato“, sia di un essere che rappresenta l’espressione diretta di un principio sovracosmico. Ma è evidente che questi casi eccezzionali non rientrano nei processi „normali“ da noi presi in considerazione. Faremo soltanto notare che si può facilmente capire da ciò la ragione per cui la nascita dell’Avatara è posta all’epoca del Solstizio d’Inverno, epoca che nella tradizione cristiana corrisponde alla festa di Natale“.
Così il 21 dicembre è il culmine della manifestazione delle Tenebre, ma a Mezzanotte, le tenebre iniziano a diminuire e proprio in quel momento nasce il Dono divino che inizia la sua Opera. Gesù, quale Bimbo di Luce è il Messaggio di Speranza dell’Avvento della Vittoria della Luce sulle Tenebre. Questo è un simbolo antichissimo, riscontrabile sia per il Buddho, come per Mithra e tante altre divinità simboliche sparse nello Spazio e nel Tempo dell’Umanità terrestre. È un messaggio di avvento della Pace, della Purezza e del Candore dei sentimenti oltraggiati dalle Tenebre che traevano Vita e Vigore dalle radici dell’Odio e della Paura. È un giorno da festeggiare, il giorno in cui è lecito essere felici, in cui si ritrova la propria identità di essere umano insieme agli altri. È il giorno della Comunanza degli Esseri nel Bene e nella Vita. Tutto ciò che al momento si possiede, lo si offre, lo si dona al Bimbo nascente, affinchè da questi doni d’Amore tragga Forza e Vigoria nel suo lento sviluppo e trionfare. I doni sono i resti del Bene che attraverso le Tenebre sono rimasti attivi e che presso il Bimbo di Luce, danno e traggono, Vita e Potenza. Natale è quindi il giorno dell’Amore che è, nel contempo, un messaggio di Vita. La Vita non è Morte, in quasi tutte le rappresentazioni pittoriche o scultoree del Bimbo, questi apre le braccia verso i visitatori: Clemenza e Misericordia divine, accoglimento di tutto e di tutti nella sua Luce, oppure offerta di sè stesso per essere accolto, abbracciato in tutti e nel tutto?
Mi ricordo una poesia scritta alla mia amica dopo aver ricevuto una foto di un bimbo, Dustin suo nipote:

Come posso
non ammirare
quel fotografo
che in un attimo di sensibilità
espresso nella sua Arte,
ha voluto
cogliere
un Momento
di quella piccola cosa,
momento destinato
ad essere,
dal Tempo della Vita
dimenticato?
È Lui, il Bimbo,
che pieno di desiderio
ti attende nelle sue braccia
oppure è Lui
che vorrebbe
precipitarsi nelle tue braccia,
ma non può ?..........................

Fonte d’Amore Lui per Lei e Lei per Lui ! E gli occhi parlano ed esprimono pensieri che toni, suoni e parole, potranno forse poi nuovamente tentare di ripetere, di rendere vivi! Nella Notte più oscura, improvvisa appare una Stella che con la sua Luce illumina la Via a chi vuole scoprirne l’origine prima: il Bimbo. Simbolo molteplice quindi: di Amore, Vita, di Nascita e di Morte, di Cammini e Sentieri e Vie e Calli che si incrociano per diventare Via Maestra! Così come il Bimbo nasce nella Oscura Grotta incavata nel Grembo dlla terra, così pure nell’Oscura Grotta del nostro corpo si cela velato un Bimbo di Luce. Bisogna saperLo raggiungere, riconoscerLo, amarLo, darGli Vita, crescerLo, portarLo in superficie affinchè tutti possano goderLo nel vederLo vivere sul nostro volto, nei nostri occhi, nei nostri pensieri, nelle nostre azioni. Pietra Filosofale, Elixir di Vita, Pietra Smaragdina, Cuore del Mondo, SuperIo! Un lavoro quindi di ricerca, non solo filosofica, ma anche psicologica, un riscoprire sè stessi, un altro in noi racchiuso ed imprigionato dalla nostra animalità!
Quando ciò avviene v’è in noi un Natale. Si muore a sè stessi per divenire un „altro“ che però ci è sempre appartenuto, che è noi stesso in tutto il suo Candore e Spontaneità, attributi della naturalezza dell’Essere. Una Potenza che celata in noi diventa la nostra Vita, è la Vita di noi stessi. Ma nulla si improvvisa e non si gettano al Vento della Vita, Speranze che non sono radicate in Verità, in Realtà indiscutibili. Le Speranze delle Illusioni sono le Speranze del Male, anche quandosi ammantano del Bene, poichè queste Speranze impediscono la sperimentazione ed il godimento delle Verità, quali che esse siano! Questo è l’errore di fondo! Il Bimbo non è venuto alla Luce per donare Speranze irrealizzabili, bensì per essere Egli stesso una Realtà Vivente di Vita, una speranza di Vita con fruimento immediato! Dare una Speranza corrisponde alla richiesta di Fiducia, ma questa Fiducia si basa proprio sulla Realtà viva di chi è esso stesso Speranza agli altri oltre che a sè stesso! Non si spera nell’Amore quale concetto astratto oppure idealizzato di una dissertazione filosofica o psicologica, ma si spera nell’Amore in quanto concetto incarnato in una Realtà viva che ce ne può dare il fruimento!
Il godimento intellettivo e spirituale dell’Amore è possibile solo quando si vive un Amore nella sua fase superiore, la fase del non bisogno ovvero quando di fatto si è Amore, ma nella fase di bisogno di Amore, non si è l’Amore, lo si cerca, lo si brama, lo si spera, lo si vuole e non solo in sè stessi ma sovratutto negli altri; si potrebbe quindi molto sommariamente definire tre tipi, o meglio tre fasi ben distinte, sia in spazio che in tempo dell’Amore, fasi che necessariamente non si manifestano tutte in sucessione:
Amore verso l’altro.
Amore verso sè stessi.
Amore quale sè stesso.
Un ritirarsi, un sensibilizzarsi dell’Amore dall’esterno verso l’interno, dal Fuori al Dentro, con una contemporanea Manifestazione sempre più sottile e potente dall’interno all’esterno, dal Dentro al Fuori. Per oggi credo siano sufficienti queste divagazioni sul Natale.

3 Uhr 30
Abdel Nûr Cabrini

La serie " Notti Berlinesi " è Copyright - Alle Rechte vorbehalten


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lunedì 27 aprile 2009

Come e perchè divenni musulmano - Pubblicato per la prima volta su "Il Derviscio" di Comi Stefano.


Ala  Sud del Duomo di Cremona
 Scritto da: Luciano Abdel Nûr Cabrini


Ci eravamo trasferiti a Brescia abbandonando la provinciale Cremona e con essa il fantastico Duomo ricco di affreschi e di arazzi nel quale avevo servito come chierichetto con zelo e con passione pieno di educazione cattolica, affascinato dal ritualo maestoso della Messa Cantata,una concessione fatta secoli fa dal Papa alla Cattedrale di Cremona , dall'odore intenso dell'incenso e dai Canti gregoriani in latino.
Tutto questo venne a mancarmi quando ci trasferimmo, un semplice garage di cemento armato un tavolo come altare aveva sostituito il Duomo, fui estremamente triste, non solo dopo la morte del nonno persi quei mesi estivi ed autunnali che passavo in campagna,un mondo che, io non lo sapevo era giunto ormai alla sua fine e che come una età dell'oro aveva segnato i primi dodici anni della mia vita. Non frequentai più una Chiesa. Più avanti in un momento di disperazione esistenziale tirai un cuscino al crocifisso che cadde sul pavimento della mia camera e che non senza una vera paura nascosi in un cassetto, per sempre.Quando decisi di comprare dei libri avevo di poco superato i miei tredici anni; di libri ne avevo già letti molti dalla biblioteca di mio zio poi di mio padre ma ancora non ne avevo accquistati.Comprai due libri,uno era un piccolo Corano con copertina verde e scritte in oro, l'altro era una edizione tascabile di un'opera del Nietzsche : "Così parlò Zarahtustra".
Quando a casa iniziaii a leggere il Corano mi adirai subito a causa di questi Profeti che lanciavano maledizioni contro uomini e popoli, chiusi il libro e lo relegai insieme ad altri libri e non lo toccai mai più o...quasi.
Fui conquistato dalle tesi e dallo stile del filosofo tedesco e divenni un ... superuomo. Allora io non lo sapevo, ma Allah mi aveva dato in mano l'inizio e la fine del mio percorso spirituale. Scriveva Muhyi-d-din ibn 'Arabi, nel suo "Fucûc al-Hikam": ".....Poiché Dio è l'essenza di tutto quanto si manifesta e viene chiamato creatura. In questo senso possono essere attribuiti i nomi "l'Esteriore" (az-zâhir) e "l'Ultimo" (al-âkhir) al servitore." Senza saperlo il Clemente ( ar-rahmân ) mi esternava il mio stato di creatura.
Negli anni immediatamente successivi acquistai tanti altri libri trovati su una bancarella dell' "usato" e compresi così che bisognava essere un superuomo per sopravvivere in questo mondo totalmente in crisi e senza Dio, perchè Dio era morto! Imparai che il mondo era in crisi, che lo era il mondo moderno e che come scriveva Schankaracarya nella sua Aparokshanabhuti 14. "Tutto è prodotto dall'ignoranza e scompare grazie alla conoscenza". E fu leggendo le opere di René Guénon, che allora non sapevo essere un convertito francese all'Islam che mi dedicai allo studio delle Religioni, poichè le innumerevoli citazioni fatte dal Guénon mi portavano ad ampliare sempre più le mie letture e conoscenze. Fu così che anche un Coomaraswamj conservatore della sezione di arte asiatica del Museum of Fine Arts di Boston,divenne un capisaldo per comprendere il rapporto Arte e Natura, Arte ed Estetica ed il Simbolismo non solo artistico ma anche Calligrafico.Coomaraswamj non fu mai Mussulmano ma fu uno stretto amico del Guénon e un conoscente anche di Evola un esponente italiano del filone tradizionalista che portava avanti a suo modo una critica serrata al mondo moderno. Fu così che esplorai tutto il mondo religioso umano anche leggendo Mircea Eliade: dietro di me avevo abbandonato il cristianesimo che ritenevo una cattiva copia del Mithraismo iranico che si era espanso in tutto il tardo Impero Romano arrivando quasi a fermare l'avanzata del cristianesimo, mentre ignoravo totalmente l'Islam ritenendolo una variante giudaico-cristiana che non meritava il mio interesse!Avvenimenti della mia Vita mi portarono ad intraprendere la Via dell'emigrazione in totale solitudine avendo perso tutto ciò che avevo anche la mia Famiglia e mia Figlia.
Per cinque anni vissi in una cameretta tre metri per tre, senza televisione,radio e giornali : solo con i miei ricordi e ciò che la memoria mi permetteva di ricordare dei miei libri, della mia cultura che affannoso scrivevo in appunti, scritti e pensieri. Un muro costruito attraverso la città in cui abitavo mi separava dalla Donna che amavo, sino a che un giorno scoprii che non era quella Donna che amavo ma l'Amore,la capacità di amare e con essa l'Amore per la Vita, non quella borghese, ma l'esistenza della Vita, la Creazione. Quella illuminazione mi venne ricordando alcuni "inni" alla "Dea Madre" che avevo imparato a memoria, editi da Arthur & Ellen Avalon su di un libro che più tardi in Italia recuperai:
"Se per seguire la via di Kula (Il Kulachara, la più elevataa fra le sette tantriche)
devo subire rimproveri,meglio è che io rimanga oscuro.
Non farmi ottenere i vantaggi che vengono dal culto
di Keshav (Vishnu) e Kaushiks (Epiteto di Shiva e Indra); piuttosto, o Madre,
lascia che il Cuore mio rimanga a meditare
accanto ai tuoi piedi di Loto,
venerati da Brahma, Hari, il nemico di Smara (Dio dell'Amore)
e il nemico dei Daitya".
"O Madre del Mondo, o Madre!
Io non ho adorato i tuoi piedi,
né ti ho fatto abbondanti offerte;
eppure l'Amore che tu mi porti è incomparabile,
perchè talvolta può venire al mondo
un cattivo figlio, mai una cattiva madre."
"O Madre, lascia che torrenti di santa devozione
vadano verso Te.
Sii sempre il mio tetto.
Combattendo ed annegando,
ahimè!, io sono nell'Infinito
Oceano d'Illusione,
non assaporo l'Acqua zampillante
della beatitudine del Brahman,
che spazza via il peso delle afflizioni mentali
ai numerosi Deva".
Fu tanto il dolore provato in quegli anni e fu tanto l'Amore che provai per la Vita e per il Mondo che il superuomo che Nietzsche aveva creato in me crollò come un castello di sabbia e non sarebbe passato molto tempo prima di sentire di essere un niente d'innanzi alla Potenza di Allah!
Mi venne voglia di far la valigia con le mie poche cose e partire subito per l'India e cercare qualche Maestro dell'Advaita Vedanta Tantra, una Dottrina della Unità di Dio vista nella Sua dualità rispecchiata nel famoso detto: "Non c'è Shiva senza Shakti, non c'è Shakti senza Shiva" . Dove Shakti è la Potenza di Shiva che agisce attraverso di Essa stando immobile, un poco come l'Uno Immobile del filosofo greco Parmenide.
Ma qualcosa mi fermò come già alcune volte nel passato ed andai in Italia a trovare mia Figlia. In Brescia, dopo un poco, mi prese la nostalgia di contattare un amico di percorso intellettuale e spirituale che non vedevo e non sentivo da diciasette anni!
Riuscii a contattarlo solo dopo essere tornato in Berlino per scoprire che si era convertito all'Islam, mi misi a ridere causando un suo piccolo accenno di ira, ma lo calmai accettando senza problema la sua decisione e chiedendogli se aveva fatto quel passo a causa di René Guénon, lo Shaikh 'Abdel-Wâhid Yahiâ, che fu il discepolo dello Shaykh Abder-Rahmân Elish El-Kebir, El -'Alim, El-Malikî, El -Maghribî, che era lo Shaikh di un ramo della Tariqâ Sufica Shâdilia, la sua risposta fu negativa, si era deciso a quel passo causa la grande personalità etica e morale dello Ayatollah Khomeini, non aveva però abbracciato la Sh'ia, ma l'Islam Sunnita.
Nei due anni successivi ogni volta che ero in Italia a trovare mia figlia, con essa andavo a trovare questo amico che ora era diventato Abdel Karim.
Ogni volta rientravo a Berlino con libri e materiale propagandistico mussulmano e non tardai a riconoscere che se avessi approfondito l'Islam quando avevo vent'anni, forse sarei diventato già allora mussulmano. Ma con quale testa? Chi meglio di Allah poteva sapere ciò che era necessario al mio cammino interiore?
Già avevo le mie posizioni ben chiare nei confronti del Mondo moderno della sua crisi etica e morale, con l'Islam scoprii anche la corruzione dell'uomo moderno, quello che viene definito "occidentale",riscoprii nuovamente il senso della famiglia e del rapporto Uomo - Donna, scoprii come fosse insensato il nazionalismo e come invece fosse importante la Umma, la Molteplicità così amata da Allah(t.) e da Lui così profusa nella sua Creazione.
Decisi quindi nell'estate del 1990 di convertirmi, ma prima mi abituai già a fare a meno dell'alcool, solo in Ottobre recitai, in presenza di due mussulmani pakistani la Shahada nella Moschea più vecchia di Berlino, costruita nel 1922.
Poco dopo scoprii che la Moschea era stata costruita ed ancora gestita dagli Ahmadiyya, un movimento riformatore dell'Islam che un anziano turco mi sconsigliò di frequentare.Cosa che feci, iniziando a frequentare la Moschea Mevlana,dove fui ben accolto.
Purtroppo mi sentivo isolato poichè non parlavo turco, ma Allah (t.) non si scordò di me, da Abdel Karim in Italia mi giunse una telefonata con la quale il fratello italiano mi informava di essere stato a Rimini dove aveva accolto il Bayat di un Maestro Sufi della Tariqa Nasqbandiya e in quel raduno aveva conosciuto un'altro fratello italiano che abitava a Berlino e miconsigliò di contattarlo, così sarei entrato in contatto con altri fratelli tedeschi, con i quali potevo comunicare. Accettai e così senza saperlo mentre con la Shahada avevo aperto la fase più tecnica, più esteriore del mio essere muslim, con questo successivo passo avrei aperto il mio Cuore all'Islam.
Hairuddin il fratello italiano che aveva preso in Cipro il Bayat dal Maestro Sufi, l'anno successivo mi portò a fare il Ramadan in Londra dove lo avrebbe fatto anche il Maestro.
Fu così che entrai in contatto con l'Uomo più straordinario della mia Vita, lo Shaykh Muhâmmad Nâzim al-Hakkâni ar-Rabbâni-l'Aziz quarantesima guida nella Catena d'Oro dell'Eccelso Ordina Naqshbândi.
Feci il Bayat direttamente dalle sue mani mentre l'Umma che me riluttante mi aveva spinto sino a Lui rinnovava il Bayat che partendo dai fratelli che ponevano la mano sulla mia spalla fluiva a tutta l'Umma.
Non vi sono sufficienti parole per descrivere lo stato in cui mi trovavo, a detta dei fratelli più vicini sembravo aver ricevuto una tale "botta" spirituale da trasferirmi in uno stato di Beatitudine, mentre il Santo Nome di Allah Hâkk veniva dallo Shaykh ripetuto piú volte.
Da allora con alti e bassi cammino su di una Via cercando di non perdere di vista la Carovana dei migliori di Allah (t) .

Abdel Nûr Cabrini

venerdì 24 aprile 2009

Notti Berlinesi - Prima Notte


Berlin, 10.10.1984 - 2Uhr 39

Era una giornata grigia, umida, una pioggerella leggera scendeva stizzosa, incalzata da un vento leggero. Il giorno prima c’era ancora il sole ed il cielo di un azzurro vivace solcato da nubi bianchissime ti dava ancora la sensazione di vivere una tarda estate. Gli alberi nei viali di Berlino erano rivestiti di colori accesi: svariate sfumature di giallo intenso o smorto,misto ad un verdicello pallido e a chiazze di un rosso magenta, regalavano l’impressione di una estate indiana seppure in versione europea. Ora il grigiore della giornata spegneva questa musica di colori, l’autunno pressava alle porte con invadenza. Visitai un mercatino dell’usato come facevo ogni tanto e fra le altre cose trovai una piccolissima raccolta di francobolli di scarso valore filatelico, ma belli nelle loro rappresentazioni e nei loro colori. Li comprai.
Tra questi v’era un francobollo della Grecia di un azzurro cobalto che rappresentava, tra due colonne classiche, una dea alata che impugnava un bastone in cima al quale era raffigurato il simbolo alchemico del Mercurio. Sopra questa dea alata e posta come una trave fra le due colonne, spiccava la scritta in greco ELLAS che nella nostra lingua diciamo Ellade.
Sorrisi amaramente quando pensando a questa parola mi ricordai il nome di una mia amica, da me molto amata, che in tedesco si chiamava Helga, ma che in dialetto berlinese o della Marca di Brandenburgo si pronuncia Hella od Heillia!
Fu proprio questo il motivo che mi spinse a voler scrivere alcune meditazioni sul significato del nome Hella, meditazioni che di certo hanno una importanza esclusivamente personale dato il momento esistenziale in cui mi trovavo: una solitudine quasi totale dovuta alla separazione, non voluta, da quella mia amica. Una separazione dovuta solo all’esistenza di un confine di Stato, quello della cosìdetta Repubblica Democratica Tedesca, la Germania orientale sotto occupazione sovietica.
Vi sono numerose parole in tedesco che traggono la loro origine dalla radice Hell-; questa radice fonetica ha le sue profonde radici nel concetto metafisico di Luminosità e del Divino e quindi accenna o meglio sottointende alla correlazione fra Luce e Divinità manifestata.
Helgen è una parola che orbita nel lessico svedese con il significato di „piccolo/a quadro, ritratto, immagine“, di fatto „Heiliger, Santo“ poichè nel XVI° secolo si trattava originariamente di „quadretti di Santi“: questo significato rappresenta proprio il prolungamento dell’arcaico significato di una „divinità luminosa manifestata“. Succede a volte che il concetto sia meglio espressa oggi in una lingua diversa da quella in cui radice e parola sono vicine al suono originale. Così ad esempio in italiano non ritroviamo più una parola con radice Hell-, che sottointenda un concetto di Luminisità; se però ne troviamo, sono chiaramente „importate“ dalla lingua greca oppure abbiamo a che fare con residui morenici riferibili alle onomastiche di introduzione latina, greca o germanica. Furono gli Elleni a dare il nome all’antica Ellade ed il significato della parola può già darci una idea circa il concetto che gli Elleni avevano di sè stessi. In italiano si può rendere il significato della parola „Elleni“ con „Coloro che sono chiari“, con „I Luminosi“ ed Ellade sarà allora „La Terra Splendente“oppure „La Terra di Luce“. È verosimile che questi attributi fossero dovuti anche ai tratti fisici che li differenziavano dai popoli autoctoni della futura Ellade, ma a mio parere si tratta di attributi specificatamente caratteriali, „Coloro che si esprimono chiaramente“, „Coloro che non mentono“, detto in breve „I Veritieri“, „Coloro che sono di parola chiara“, non subdola, non falsa. Conseguentemente l’Ellade è la „Terra di Luce e di Verità“, per saltare un passaggio inutile, e non ci addentreremo oltre nel dissertare circa questo significato legato alla „Terra di Luce“ o meglio alle numerose „Terre della Luce“, così profondamente radicate nelle vecchie tradizioni popolari di numerose genti umane, perchè allora non avremmo il tempo per dissertare un poco circa il nome Hella=Helga.
Hell è dunque Clarus, abbandoniamo quindi Helios, parola legata ad Apollo Dio della Luce, conosciuto anche come Phoebus, un attributo legato alla antica Gens Fabia, per penetrare meglio il significato di Clarus ! Questa parola, fra l’altro, è legata alla parola Cloro, che attraverso il greco è a sua volta legata alla parola ed al significato di Giallo, in latino Gelbus, in tedesco Gelb; un colore notoriamente dato all’Oro, metallo che simboleggia per la sua luminosità il Sole e quindi Helios.
Clarus è un aggettivo derivato dal verbo clarare, in italiano chiarire con il significato di spiegare, rendere chiaro e quindi intelleggibile, comprensibile una azione, un discorso. Hella è quindi colei che si rende, proprio per questa caratteristica, comprensibile agli altri. Ed è quindi colei che come la Luce si rende manifesta, è colei che, quale concetto in sè stessa, si rende manifesta ed intelleggibile. Fisicamente è l’attimo in cui la Luce si manifesta, l’attimo non il suo divenire; quale Atto essa si rende percepibile e quindi atta ad essere compresa, quale Divenire essa si dichiara, declara, in pessimo italiano si schiarisce, svelando sè stessa in un continuum senza fine, oppure indefinitivamente sino al suo esaurirsi. Riflettei sul verbo declarare e l’accostamento al nome di mia figlia Dekla fu immediato. Quindi Hella è l’Atto, Dekla il suo Divenire. Hella è il concetto chiarificatore, Dekla è lo sviluppo analitico del medesimo concetto, secondo livelli di manifestazione ( quindi di chiarimento di sè stessa) sempre diversi l’uno dall’altro seppur l’uno legati all’altro. Hella è la ragione intellettuale, è il manifestarsi dell’Intelletto, Dekla è la „ratio ratiocinantis“ , cioè la Ragione che esprime sè stessa: Hella è l’abbagliante lampo della Luce, Dekla è il lento e continuo svilupparsi della Luce sulleTenebre; Dekla è la Manifestazione di Hella! Quali Figlia e Madre, Dekla è il nascere ed il morire del giorno, Hella è la Luce del giorno. Hella è anche Selene, Elena, la Luna. La Luna è un suo riflesso, un suo messaggio lanciato nelle tenebre affinchè l’Uomo non dimentichi nella Notte che presto arriverà nuovamente Lei, Hella, a manifestarsi con Dekla sua Figlia. La figura sul francobollo rappresenta una figura femminile alata che nella mano destra impugna un bastone con in cima il simbolo di Mercurio, un simbolo non solo di Salute, ma anche di Hermes. Questi è il Messaggero tra Colui che invia il messaggio e chi lo deve ricevere, è il Veicolo, il Mezzo di Comunicazione, e poichè il Messaggio che Egli porta è un Messaggio di Verità e quindi di chiarezza e di luce, è allora portatore del Bene e quindi donatore di Salute; questo concetto in tedesco, così come in latino ed italiano, è legato al vocabolo heil. Il saluto infatti è una espressione di Gioia, è un augurio di integrità fisica ed intellettuale, precede il collocquio, il discorso! Questo è un Atto di comunicazione, di chiarimento di sè stessi agli altri; la figura alata è quindi la Luce Divina, o meglio, l’Atto raziocinante della Luce divina che quando vorrà dichiararsi userà come strumento Ermete che farà quindi Dono salutare a coloro che si trovano nelle ombre delle Tenebre, di Luce e di Verità divine.
Ecco quindi come questa Notte, guardando un francobollo, ho amato ancora una volta l’Amore della mia Donna e di mia Figlia, due esseri dai quali sono separato da un Destino tutto ancora da chiarire e da divenire in Atto!
È quasi l'Alba, è quasi Dekla! Ore 4,35!


Abdel Nûr Cabrini


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