domenica 31 maggio 2009

Recensione - Elefanti effervescenti



Lodovico Ellena, Si può ancora criticare l'Islam?, Tabula Fati, Chieti 2009.Come informa una lunga nota biobibliografica alle pp. 61-62, l'Autore dello scritto che dà il titolo a questo libriccino "è nato a Torino nel 1957, ha viaggiato molto e si è laureato in filosofia a Torino. Ha avuto discreta notorietà con il gruppo neopsichedelico Effervescent Elephants, con l'edizione di vari dischi. È stato vice-preside, poi direttore, in un liceo torinese. Svolge numerose attività politiche e collabora a vari giornali".Metà delle sessanta pagine del volumetto sono però firmate da altre personalità: Mario Borghezio, Emanuele Pozzolo, San Tommaso d'Aquino, Sant'Alfonso Maria de' Liguori. Un eterogeneo quartetto, questo, che non deve essere ovviamente identificato con il gruppo neopsichedelico Effervescent Elephants, anche se una certa nota psichedelica nel libretto in esame non manca. Infatti l’effervescente Mario Borghezio, prefatore dell'opera, richiamandosi agli scritti allucinogeni di quell'Alexandre Del Valle di cui ci siamo già occupati altrove (http://www.claudiomutti.com/index.php?url=6&imag=4&id_news=62), lancia un accorato grido d'allarme per avvertirci del pericolo incombente rappresentato dall'instaurazione, già in atto, di una vera e propria dittatura islamica: "Siamo, volenti o nolenti, di fronte a un potere mondiale ed universale di censura pronto a sanzionare con mezzi violenti ogni e qualsiasi infrazione ai dettami della sharia". A quanto pare, parecchia acqua è passata sotto i ponti del divino Eridano da quando l'on. Borghezio, in veste di sottosegretario del primo governo Berlusconi, accoglieva con tutti gli onori al Ministero della Giustizia i dirigenti dell'UCOII; o da quando il tribuno leghista faceva parlare dalla tribuna di San Pellegrino Terme gli oratori dei Murabitun, mentre un paio di giovanotti caucasici (un inguscio e un ceceno), da lui presentati come "veri eroi", gridavano "Allahu akbar" davanti a una platea di attoniti militanti padanisti.Meno effervescente di Borghezio, il candidato della Lega Nord al consiglio comunale di Vercelli, Emanuele Pozzolo, riesce nondimeno anche lui ad evocare, nella sua Presentazione (pp. 9-14), le atmosfere oniriche ed allucinanti di un'esperienza psichedelica. Qui l'evasione dalla realtà è ottenuta mediante la riscrittura dei versetti coranici: dopo averne citati quattro in una traduzione alquanto approssimativa e in una forma mutila ed avulsa dal contesto, Pozzolo conclude la sua breve scelta antologica riferendo un versetto addirittura inesistente (p. 9). Una così particolare acribia filologica consente al candidato leghista di enunciare la sua "evidentissima verità" (p. 10): "ovunque l'Islam venga a contatto con tradizioni altre da sé non risulta in grado di sapervisi rapportare in termini pacifici" (p. 10).Un po' più interessante è invece il giudizio di San Tommaso d'Aquino sull'Islam, riportato alle pp. 49-50; giudizio che, come è stato detto, "ha un'importanza capitale, non solo perché ci indica quali fossero le conoscenze e le opinioni che aveva intorno ad esso [=all'Islam] un così grande uomo, ma anche perché servì lungamente di norma alla massima parte dei controversisti" (A. Malvezzi, L'islamismo e la cultura europea, Sansoni 1956, p. 107). Nel libretto ovviamente non si fa cenno del fatto che lo stesso San Tommaso affermava di esser debitore di alcuni concetti attinenti la beatitudine celeste ad Alfarabi, Avicenna, Avempace ed Averroè, i quali a loro volta li avevano desunti dal Corano (G. Gabrieli, Intorno alle fonti orientali della Divina Commedia, Tip. Vaticana 1919, p. 41). Altrettanto interessante il quadro dell'Islam abbozzato da Sant'Alfonso Maria de' Liguori e riportato alle pp. 51-60: esso mostra come questo settecentesco difensore del cattolicesimo ignorasse, al pari degl'intellettuali razionalisti contemporanei, le nuove fonti d'informazioni che l'orientalismo aveva pur tuttavia messe a disposizione. I secoli erano evidentemente trascorsi invano, se, per sostenere una caratteristica tesi cattolica (Non può esser vera la religione maomettana), il doctor Ecclesiae era costretto a riproporre il vieto ritornello della "libidine" e delle "sozzure della carne" quali caratteristiche della cultura islamica, anche se per amor di equità bisogna dargli atto di essersi astenuto dal ripetere il topos trito e ritrito secondo cui i musulmani adorerebbero... la dea Venere.Veniamo infine allo scritto di Lodovico Ellena che dà il titolo al libriccino. Tale scritto, ci avverte l'Autore stesso, "nacque come taccuino di appunti" (p. 17). Ma appunti sono rimasti, privi di qualunque organicità, sicché il lettore non può non restare colpito dal carattere frammentario e raccogliticcio del testo. Esso è costituito di due capitoli slegati tra loro, il primo dei quali ripropone qualche banale argomento di polemica antislamica desunto dagli scritti di vari agit prop (Guido Olimpio, Ayaan Hirsi Ali, Christopher Hitchens, Tim Leedom, Maria Murdy ecc.), mentre il secondo è un puro e semplice elenco di citazioni tratte dall'Apologia dell'islamismo di Laura Veccia Vaglieri (fantasiosamente qualificata come "musulmana italiana"), da L'Islam di Alessandro Bausani e... da un articolo apparso sul quotidiano degli Elkann.Tra le personali affermazioni dell'intellettuale torinese, deve esserne però citata una che è veramente degna di nota: quella che attribuisce ai musulmani non il culto di Venere, né quello di Bafometto (http://www.claudiomutti.com/index.php?url=6&imag=2&id_news=60), bensì "la venerazione di una pietra già adorata dai persiani nel culto dedicato a Crono, dio del tempo" (p. 20).




Recensione scritta da Claudio Mutti il 29 Maggio 2009 in http://www.claudiomutti.com/


mercoledì 20 maggio 2009

Notti berlinesi - Ottava Notte



Berlin
30.10.1984
23 Uhr 39
 
Francobollo orribile della Repubblica Democratica Tedesca. Di color rosa, molto piccolo la grafica bianca rappresenta la statua di Lenin posta in Lenin Platz in Berlino Est. Nessun specifico ricordo se non una passeggiata nel lontano 1981 con Helga! Ma non è questo il motivo che ci ha spinto a scegliere questo francobollo anzichè un altro. Il motivo si trova nel timbro. La data sfugge di un anno l'esattezza , poichè il 25.10.81 io ed Helga acquistammo sul "transit" fra Brandenburg e Drewitz, esattamente a Mischendorf, i nostri anelli di fidanzamento. Io penso che fosse una Domenica e non mi resi conto che quella data era anche l'anniversario del mio matrimonio italiano! La cittadina era quella di Brandenburg an der Havel, città nella quale ci eravamo conosciuti ed innamorati.Sulla via del ritorno pensammo ambedue che era una coincidenza simbolica quella della data e nessuno dei due sapeva che in pochi mesi avrei perso tutta la mia famiglia. Allora lavoravo nei pressi di Dresda e quegli incontri settimanali interrompevano la separazione che trecento kilometri di distanza ci imponeva,quegli incontri settimanali avvenivano in Brandenburg , una cittadina nella quale ci eravamo conosciuti , dove lei abitava da sempre e nella quale era nato il nostro amore.
Ecco quindi perchè questo francobollo, al di là della sua immediata comunicazione politica, assunse per me un significato del tutto particolare. Un anonimo francobollo, acquistato da una persona sconosiuta ed usato per affrancare una lettera verso dove non si sa, e giunto in Occidente, conservato da un'altra persona e poi insieme ad altre migliaia di francobolli, messo in commercio, e da me, casualmente, acquistato e subito amato perchè era "un qualcosa" che arrivava da Brandenburg an der Havel, un luogo che ormai da lunghi mesi non potevo più rivedere e nel quale era rinchiusa se non incarcerata la Donna della mia Vita, la Vita del mio Amore! Ma qui non pubblicheremo questo francobollo, bensì una foto di Brandenburg.
Parliamo quindi un poco di questa Brandenburg an der Havel, una cittadina nella quale "psicologicamente" anch'io sono nato, perchè ebbi la fortuna di conoscere la mia Luce!
Brandenburg è parola composta da Branden e Burg, quest'ultima significa Città, il Borgo; Branden ha un significato più composito: ha sia a che fare con Fuoco, sia con Acqua.
Brand significa infatti combustione,Incendio,tizzone,arsura, branden significa il rompersi, il frangersi delle onde sulla riva o sulla spiaggia. Però, ambedue le parole contengono il significato figurativo di Ardore, Furore, Essere fortemente agitato.Questi sono attributi che possono essere adeguati non solo per l'Acqua, ma anche per il Fuoco. Per ambedue gli elementi, gioca un ruolo decisivo il Vento, vale a dire l'Aria.C'è poi il vocabolo brenne (a) che ha anch'esso attinenza con Fuoco,Calore,Incendio, accensione di una Luce, e poi figurativamente ogni sentimento che ha "ardore"!
Quindi che città è Branden-burg?
Si stende lungo la Havel, è circondata da boschi meravigliosi e da piccoli numerosi laghetti che nascono tutti da insenature della Havel stessa. Meravigliosa, veramente non si può pensare di essere a tre o quattro chilometri da una cittadina industriale di 100.000 abitanti.
Il Vento da quelle parti è impietoso, e quando si scatena solleva nuvole di polvere sabbiosa, residuo degli strati sabbiosi lasciati dai ghiacciai e del mare che si formò ai loro piedi. Forse Brandenburg fu un villaggio di palafitte poste su acque particolarmente agitate dai venti, forse fu una Brandstätte, un luogo di incendio, un ritrovo, un approdo umano dopo lungo peregrinare in boschi difficili, in acque pericolose.Non posso saperlo esattamente poichè non ho avuto modo di attingere notizie dagli studi certamente fatti e dalle tradizioni sicuramenti esistenti sul nome della città.Personalmente penso che abbia a che fare con il Fuoco; quindi un antico centro abitato che si incendiò e da allora fu chiamato il Brandenburg.
Burg, d'altro canto ha in tedesco il significato più che di borgo o borgata, di castello, di una rocca fortificata. Brandenburg è quindi "Il castello incendiato", incendio naturale o dovuto alla mano dell'uomo.
...........Proseguiamo a parlare di Brandenburg,è già tardi, sono infatti le 3 e 25 della notte dell'11 Novembre 1984.
Sono passati molti giorni dal 30 Ottobre 1984, ed altre cose hanno attirato la nostra attenzione e consumato il nostro tempo. Questa notte fra Sabato e Domenica, dopo un felice per quanto sempre triste contatto telefonico con Brandenburg,posso nuovamente volgere i miei pensieri ed i miei ricordi a Brandenburg. Vi arrivai di notte proprio la sera fra il 10 e l'11 di Novembre se non quella tra l'11 ed il 12 del 1978! Una notte freddissima, nebbiosa e stanca, in areo eravamo giunti ad Erfurt e da qui in Bus sino ad Ost Berlin (Schonefeld) dove eravamo tutti attesi e su di una "familiare" arrancammo, stancamente lungo una strada,sconosciuta,buia e nebbiosa verso questo posto sperduto nell'Oriente: Brandenburg an der Havel! Le luci del Campo di lavoro il primo ristoro visivo! Poi in un ufficio abbagliante di luce al neon, un bicchiere di Vodka per scaldarci. Non potevo di certo sapere che a 20 minuti di auto, attraverso la città, abitava e dormiva la donna che avrebbe sconvolto la mia vita. E non potevo ancora saperlo sino al 1° Novembre 1980, giorno in cui ci conoscemmo: due anni non solo di lavoro, ma di attenta osservazione di questa cittadina grigia, ma con una sua attrativa interiore grandissima. Una cittadina posta fra l'antico ed il moderno, con un fascino suo tutto particolare.
Attraversata dalla Havel e "costeggiata" se si può dire da piccoli laghetti cittadini con angoli tra il bello ed il fiabesco, ponti che collegano due sponde e dai quali puoi osservare anatre, cigni ed uccelli d'acqua che liberi e fiduciosi vivono la loro giornata.Gabbiani grigio bianchi sfrecciano in quel cielo terso, duro, di colori vivi, e qualche volta quando senti l'urlo delle sirene dei battelli, ti sembra di essere in una cittadina di mare, in un porto! E le sue strade, per l'occidentale, tra lo sfacelo ed il disastro, ma per un amante del "romantico", meravigliose, sono lastricate, se non tutte,molte, da lastroni di pietra grigio rossa,quasi viola,che luccica viscosa al riflesso della luce nei giorni grigi di pioggia ed umidità nebbiosa!
Fascino di una città nella quale sai di non poter un giorno più vivere e che quindi vuoi vivere, profondamente, ogni giorno! Ma è la gente che ti parla ed è l'ambiente nel quale vivono le persone che ti comunicano una Realtà. Una realtà per te totalmente nuova: non sei all'estero, fuori dalla tua Patria, ma sei in un altro Mondo, un Mondo proibito, nel quale non ti è concesso di entrare sempre! Questo il fascino primo! L'avventura della scoperta di un mondo che dovrà essere una necessitante parentesi nella tua vita! Ed è così che questo "Castello incendiato" ci diede Fuoco nel Cuore e ci dette da Bere l'Acqua di una Vita Nuova, di rottura con la monotonia del nostro Mondo e ci diede Ardore, un Furore di Vita, e ci agitò interiormente così profondamente da dover necessariamente identificare Brandenburg alla Culla della nostra Nuova Vita!
Non una parentesi quindi, bensì una chiusa verso il passato ed una apertura verso il futuro.Un futuro che già viveva in quella città, che già era nato 34 anni prima in quella città: Helga!


3Uhr 48


Abdel Nûr Cabrini


La serie di "Notti berlinesi" è Copyright - Alle Rechte vorbehalten

venerdì 15 maggio 2009

Notti berlinesi - Settima Notte (seconda parte)

Berlino
24.10.1984
21Uhr00


Non abbiamo casualmente abbinato questi due trittici di Parole: perchè la Donna è legata al concetto di Amore? La Donna più che oggetto di Amore è Bisogno. Essendo allora un „qualcosa“ che si desidera essa è un Desiderio.Il desiderare non è semplicemente l’opzione per una cosa anzichè un’altra, insomma una scelta, e quindi una Volontà. Desiderare è concupire, bramare e quindi aver bisogno. Poichè in tedesco Liebe (Amore) si associa a Lebe (Vita) la Donna è brama di vivere e l’Uomo quindi brama vivere attraverso la Donna, poichè vivere, in un certo qual modo significa manifestarsi, rendersi visibile. Vedere o essere visto è etimologicamente legato a Veda che in Sanscrito significa „ho visto“ ed anche la Vita in spagnolo (Vida) e molti altri dialetti neolatini. Quindi fra Vita e Vedere vi è uno stretto legame per cui Manifestarsi e Vivere assumono al contempo lo stesso significato. Il desiderio quindi di Manifestarsi-Vivere è il Desiderio, la Brama d’Amore. Ma l’Amore necessita di uno specchio e questo specchio è la Donna. Le Acque nelle quali, casualmente o non, Narciso si specchia, simboleggiano anche la Donna; ma se in queste acque si vede solo sè stessi e ci si innamora di sè stessi e si brama solo sè stessi ciò conduce non alla Vita e quindi al Manifestarsi, ma alla Morte, al chiudersi in sè stessi. Acqua e Donna sono simbolicamente uniti per svariati motivi. L’Acqua è generatrice di Umidità e questa è indissolubile dalla Vita e quindi dalla Donna che viene desiderata dall’Uomo che soddisfacendo il Desiderio produce una Nascita che diviene così la sua Manifestazione che è proprio un ex-sistere, uno star fuori. Deve essere notato il fatto che l’Uomo,prima di ex-sistere, è celato negli spermatozoi che sono in numero indefinito e che rappresentano ognuno una delle indefinite possibilità di Manifestazioni dell’Uomo Universale. Non a caso Cristo è Colui che redime l’intera umanità, vivendo, esperimentando l’intera umanità stessa, offrendosi ad essa quale vittima sacrificale e Cibo, consumazione, esaurimento, consunzione dei loro desideri. Le modalità in cui l’Amore si esprime sono date dalla Forza o Potenza che si caratterizza con un Movimento dinamico che porta il Bisogno-Amore al Vivere-Manifestarsi. Se correliamo il concetto di Luce e Tenebra avremo che la Luce è Maschio e la Tenebra Femmina, essendo il fine della Luce la Vita, l’essere visibile, nella Oscurità, il suo mezzo di espressione è il movimento con cui tende ad allontanarsi dal suo Centro propulsore, il centro del Bisogno, dirigendosi verso l’esterno, ex-sistere, in un moto centrifugo. Dal centro alla circonferenza realizzando così il cerchio con il punto centrale: il Sole.La Forza ha una Misura che definisce lo Spazio. Ad esaurimento della Forza si esaurisce anche lo Spazio con un lento ma inevitabile ritorno su sè stesso. Così anche per un Desiderio, quando è stato soddisfatto.In questo senso un Amore profano ha una durata più o meno lunga in relazione alla intensità della sua Forza e della qualità del suo Desiderio, dove per qualità intendiamo la sua sostanza, substantia, ciò che sta sotto o dentro e che necessariamente si manifesta, ex-siste, in tutta la sua forza di espansione, e questo moto è Amore. Senza il Moto vi sarebbe la Quiete, la Pace, sia dei sensi come del Desiderio e quindi Amore sarebbe morto. La ricerca, quindi, della propria Forza è la ricerca del modo di manifestare il proprio Bisogno, al quale si è chiaramente sottomessi come se esso fosse la Nostra Regina. Ma nel momento della conquista si diventa Re, a questo punto dobbiamo analizzare l’Amore della Femmina quale Brama per il Maschio.
1 Uhr 39


24.10.1984
2 Uhr 45


La Brama femminile per il Maschio è certamente qualcosa di diverso da quella maschile per la femmina. Ambedue però nascono dal Bisogno, il Bisogno di Essere. La Materia, in assenza della Luce, è non solo informe, ma è sovratutto caotica. È una Potenza enorme in Atto, senza avere però un Fine o un Ordine. È la Luce che caratterizza questa Materia dandole appunto una Forma. Questo Principio lo si può osservare in Natura nell’alternarsi del giorno con la notte. Lo stesso luogo, sprofondato nel Buio perde ogni forma e colore, diviene una massa indistinta ed amorfa, dalla quale,tra l’altro si trae il sentore, al confine con il timore, di un qualcosa che „deve esserci“ ma che non si riesce a „stabilire“.
Quando si appressa l’Alba, ecco che il luogo osservato inizia a „muoversi“ed una forma, quà e là, prende colore, significato, sino alla pienezza della Luce del giorno dove, finalmente, la Massa Oscura notturna si „manifesta“per quello che è: una massa di Materia ordinata avente un Fine ed un Significato. Così come il luogo osservato, lungo il tempo, si muta sino a divenire un altro, così pure la Materia si muta, muovendosi, estrinsecando da sè stessa le innumerevoli possibilità di essere plasmata dal Desiderio di Essere della Luce. È il calore della Luce che dà „vita-movimento“ alla Materia inerte. Nel nostro Piano di Manifestazione, specchio alla nostra intelligenza delle Leggi che regolano l'Universo metafisico, possiamo ritrovare la vivente esemplificazione delle medesime.In questo caso quindi, la Donna-Maria, la Madre e la Materia. La Brama della Donna è quindi il Desiderio di essere amata e quindi di donarsi, di aprirsi, di essere in funzione e solo per la fonte dell‘Amore. Il Bianco vestito della Sposa rappresenta la Materia rivestita di Luce ed in Comunione con il suo Maschio fecondatore; il nero vestito della Vedova rappresenta la Materia privata di Luce, piangente per il Desiderio di essere nuovamente in Comunione con il suo Maschio di Luce. Ed è qui allora che la Donna, come la Materia, assume due ruoli proiettati nel Tempo: Amante e Madre.
La Madre,privata della Luce paterna, vive nella Luce del Figlio; l’Amante invece brucia sè stessa in eterna consumazione e movimento. La Madre è Materia ordinata e stabile, proiettata secondo un sistema di leggi intrinseche, nel Tempo, l’Amante è invece Materia instabile, è l’elemento perturbatore, è la Violenza di desideri subitanei, è Materia ed Atto fini a sè stessi. L’Amante è ciò che produce con il suo violento impatto con la Luce creatrice, profonde mutazioni nell’ordinata e stabile Materia Madre, è come l’irruzzione barbarica entro i confini di un vecchio ed ordinato Impero.Può essere lo sradicarsi definitivo di un precedente ordine, per dare nascita ad un secondo ordine, oppure può essere un momento passeggero, dove però la Materia Madre acquista, nello spazio Ordinato, un nuovo vigore creativo. È un mistero assai profondo che però, alla luce delle nuove, si fa per dire, scoperte della Fisica nucleare, potrebbero essere chiarito. La Coppia Padre-Madre è una Coppia creatrice, la Coppia degli Amanti è invece distruttrice. L’Amore che unisce Padre e Madre, è un Amore calmo, senza sussulti che si snoda lungo il tempo e lungo le generazioni successive dei Mondi; l’Amore degli Amanti è un Amore violento, è la passione di un Desiderio bruciante che si esaurisce in sè stesso, ma che sconvolge l’ordinamento entro il quale si è manifestato.È manifesto in un Padre o in una Madre, al bruciante momento fa seguito un rientro nei confini ordinati, quando il desiderio si è esaurito, oppure sconvolge tutto quanto l’ordinamento precedente, causando con una reazione a catena, sconvolgimenti sempre meno violenti sino al ritorno ad uno stabile equilibrio basato su di una Realtà Nuova. Oppure è il bruciante desiderio che con la sua Violenza e Passione, prepara un periodo successivo di Ordinata Creazione, solo quando chi,vissuto da questo Desiderio, non è stato da esso irrimediabilmente consumato. In ogni caso deve essere chiaro che la Coppia degli Amanti, oppure la Dinamica della Materia instabile, è successiva al Primigenio atto di ordinamento della Materia e quindi alla Coppia Padre-Madre. La Causa prima di questo Atto è ancora il Desiderio bruciante di Essere, sia da parte della Luce-Padre, sia delle Tenebra-Madre. Questo Desiderio nasce dalla realizzazione di una scissione scaturita dall’Unità Primordiale. Il venir meno di questa Unità Primordiale causa il Desiderio che porta all’unione della Luce con la Tenebra, questo è un Desiderio già incanalato, calato nel Tempo e nello Spazio che non può più sfuggire alla Concatenazione di Leggi interiori sino all’esaurimento di tutte la Possibilità esistenti di Essere, già preconcepite, nell’Uno Primordiale. È la Fine dei secoli. La consumazione dei tempi! Anche se il Tempo nasce dal Movimento e quindi dal primo impulso dato dall’Uno Primordiale. Se è vero che ad una espansione corrisponde una analoga contrazione, avremo quindi due impulsi che definiscono un Tempo;due note, il tempo essendo appunto quello che intercorre fra le due. Quando questo pulsare cessa v’è la crisi cardiaca di tutto il Creato. Ma ha da cessare tutto questo? È forse prevista nell’insondabile Uno Primordiale anche la sua Autodistruzione? Domande alle quali solo un Dio può rispondere, ma quale? se anche gli Dei nascono e muoiono quando è giunto il loro tempo? Forse questo Nulla è solo un momento di stasi come nel Pendolo, un momento di quiete prima di riprendere il moto di contrazione ed espansione, ed allora è eterno, non conosce fine. Eppure il suo Movimento, quello del pendolo, è sempre più impercettibile, la sua „corsa“ sempre più breve, sino ad apparire immobile! ma allora chi capovolge la Clessidra? Si tratta forse di un“computer“ che abbia come programma anche il suo proprio esaurirsi quale „macchina“ per poter poi, attraverso un potenziale di energia di riserva, nuovamente autogenerarsi? Non è forse l’Araba Fenice che rinasce dalle proprie ceneri? Non c’è forse una profonda e nascosta Verità nella frase:“Nulla si crea, nulla si distrugge?“. Allora tutto è già!
Che cosa cercava John Dee in Praga? Perchè in Praga e non a Londra? Egli cercava la Potenza per poter conquistare la „sua“ Regina, la Terra Verde! Per poter „regnare“ con Lei, quale suo Re, su questa Terra di Pace e di Ordine! Ma la sua è una brama distorta, egli cerca al di fuori di sè stesso questa regina, mentre invece l’Elisabetta vera, gli si offre solo come Amante. Ed è questo bruciante Desiderio che sconvolge la Vita del ricercatore inglese che si perde quindi per le strade d’Europa sino a giungere allo Hradschin di Praga. Consumato da questa febbre, alla fine egli ritorna in quel di Londra, esaurito, sfinito, per scomparire senza gloria, eroe sconfitto, titano caduto, nel nulla dell’anonimato. Senza Terra e senza Regina, presso la sua vecchia moglie in profonda interiore solitudine. Ma John Dee aveva abbandonato la sua Regina per andare a cercare una Potenza effimera che l’Angelo delle Illusioni, pur di averlo quale suo strumento per esistere nel Mondo, gli donava. Il nostro viaggio a Praga è invece un viaggio all’incontro con la nostra Regina, e là, in quel di Praga Io e Lei dovremo porre le basi della Libertà del nostro Amore, dell’incoronamento del nostro Desiderio.

4Uhr00
Abdel Nûr Cabrini 
La serie di "Notti berlinesi" è Copyright - Alle Rechte vorbehalten

Notti berlinesi - Settima Notte (prima parte)




Berlin, 24.10.1984
21 Uhr 00



Ho terminato di organizzare il mio viaggio a Praga dove mi incontrerò dopo più di 18 mesi di separazione, con Helga. Un Natale per noi, dopo tanti giorni e mesi di tristezza e dolori. Fu così che mettendo in ordine i miei francobolli non potei evitare di aggiungere a questa mia raccolta sia di francobolli che di pensieri, anche questo esemplare cecoslovacco. E come non potevo pensare a Praga e ciò che questa Città è stata e ciò che significa nel futuro. Non ho conoscenza alcuna della lingua cecoslovacca per poter dare una spiegazione etimologica al nome Praga, e ciò mi spiace un poco poichè il suo significato deve esser interessante ed anche bello.Lo scrittore Gustav Meyerink così scriveva: “Praga non porta invano il suo nome. In verità essa costituisce una soglia tra l’esistenza terrestre e quella celeste, un limite molto più percettibile qui che non altrove....” E per di più è stata fondata, come Roma su sette colli! Praga si stende a cavallo della Moldava, un fiume onorato da Smetana in una sua meravigliosa Sinfonia, ed è quindi una Città „divisa“ e quanto di vero ci sia in questo è dato dal fatto che è una citta Europea separata dalle altre città Europee, un tempo era il Centro culturale della Mittel Europa, oggi è una cittá di confine dei territori orientali europei occupati dalle armate russo-moscovite. Triste destino di una città che fu amata da Gustav Meyerink e da Kafka. Centro di Praga è lo Hradschin la parte „alta“ della città, il vecchio centro aristocratico dove, quasi come in un Ghetto, la vecchia ed altera aistocrazia boema si chiudeva, per scendere, di tanto in tanto, oltre il Ponte, nel Mondo. Pagine meravigliose ha scritto il Meyerink sulla vecchia Praga, sulle sue strette strade medioevali, sul Ghetto ebraico, sulle rive alberate e romantiche della Moldava, sui misteriosi vicoli della Strada degli Alchimisti! Città di sogno, una Città dove si sognò, una città dove un sogno può ritornare in Vita. Sogno romantico, d'Amore, alla Luce delle candele di Natale, una Luce che si riflette sull’ambrato colore dello spumante, risonante e spumoso nei cristalli di Boemia. Parole sussurrate nell’ebrezza del calore di un poco di vino che riscalda gelide notti, tormentosi pensieri, ansie terribili;parole che uniscono una Regina al suo Re, in um Matrimonio intimo, maturato all’ombra di un arida fedeltà, fedele a sè stessa. Deserto assolato che inghiotte avido, a lunghe sorsate, le poche gocce di fresca ed umida vita che un cielo straniero e pareti anonime hanno voluto concedere. Non è John Dee che con la sua „anima dannata“ inseguito dall‘ „Angelo della finestra d’Occidente“che si reca a Praga. Questi a Praga cercava la Forza per poter conquistare la sua „londinese“ Regina; quest’altro va a dare e ricevere personalmente Forza dalla sua Regina. Un volo di due uccelli che dai nidi della loro separazione, si incontrano, per un attimo sfuggente più a Sud, dove forse è loro concesso il sostare ed il godere un poco del Caldo, prima di ritornare con la tristezza nel Cuore nei loro gelidi nidi invernali. Cosa si può trarre da questa esperienza praghese? Che cosa ci può insegnare l’avventura e l’errore del Maestro londinese? In queste successive righe cercheremo di indagare, per scoprire, noi stessi stupefatti, questo Messaggio che è stato lanciato oltre il Tempo per chi lo sa raccogliere. Amore, Forza, Vita. Donna, Regina, Immortalità. Questo il fine di John Dee, che alla ricerca e riconquista della Lancia dei Dee’s, si avvia verso la sua terribile avventura e misera fine. Praga, tappa importantissima. Ma non è di questo personaggio storico dal Meyerink usato per divulgare concetti e nozioni tutti speciali, che vogliamo trattare, bensì dell’Amore-Forza-Vita, rispetto al suo intrinseco essere Donna-Regina-Immortalità. E non è poco, bensì già tanto.

21 Uhr 39
Abdel Nûr Cabrini
La serie di "Notti berlinesi" è Copyright - Alle Rechte vorbehalten.

giovedì 14 maggio 2009

Notti berlinesi - Sesta Notte



Berlin, 23. 10. 1984
23 Uhr 58
__
 
Devo aggiungere ancora qualcosa a quanto scritto il 17 Ottobre e lo farò meditando su quest’altro francobollo che riproduce un quadro del Bellini, "Das Blut des Erloeser". Nel francobollo è la Pasqua del 1975, non ero ancora sposato allora, ma lo sarei stato di lì a pochi mesi, ma non sono questi i ricordi che ci interessano, un matrimonio assume oggi sempre più un valore relativo, ben lontano dalla sua antica funzione e dal suo significato intimo e simbolico. Il matrimonio è diventato la ratificazione sociale dello status d’Amore fra due esseri umani, là dove, purtroppo è anche mezzo per poter godere sessualmente in libertà la persona amata. Qui entrano in gioco considerazioni sia politiche che etiche e nel caso specifico mi sono in particolare riferito alla situazione della Reppublica Democratica Tedesca anche se una simile tendenza prende sempre più piede anche in Occidente. Ma torniamo al francobollo. Tre cose spiccano subito all’occhio dell’osservatore attento: la Croce, il Calice ed il Pavimento. L’Aureola, il paesaggio di sfondo e l’Angelo stesso, sebbene possano contenere come di certo contengono, specialmente l’Aureola, un significato interiore, sono manierismi pittorici, poichè non è possibile stabilire quale fosse il grado di Coscienza attiva del Bellini. Ma sovratutto è importante la Pasqua, sia come festa situata nel tempo, sia come rappresentazione simbolica di una ierofania antica dal Cristianesimo mantenuta, rivestita e sino ad oggi conservata. Pasqua è giorno di Resurrezione e quindi di nascita. L’Uovo pasquale che in questo giorno viene aperto al centro della tavola dove la Famiglia umana in Pace e Gioia si è riunita, ne è un simbolo visivo conseguente e significativo. Nell’Uovo c’è sempre una „sorpresa“, qualcosa quindi che non conosciamo e che ci renderà felici. Di fatto l’Uovo contiene la Vita. È questo che ci rende pieni di Gioia in quantochè con Essa noi veniamo non solo alla Luce, ma veniamo da Essa toccati. Rispetto al Natale, quindi, la Pasqua è una seconda nascita dopo la seconda morte. Si muore ad uno stato precedente di esistenza per morire ad esso nuovamente e nuovamente nascere ad un altro. È quindi un ritmo ed un pulsare della Vita che si snoda nel tempo ancorchè nello spazio, è anzi a nostro avviso il tempo stesso. La sua intima natura. Ma se queste sono le considerazioni cui giungiamo dando uno sguardo d’insieme a questi due momenti, il Natale e la Pasqua, dislocati in due diversi punti del tempo, altre sono le considerazioni cui giungiamo osservando questi due punti separatamente. Queste considerazioni sono diverse sia che ci si attenga al concetto di Umanità in generale sia che si consideri il singolo individuo o che si voglia osservarne l’aspetto „esteriore“ o „interiore“. Lo sviluppo sistematico di questi quattro punti di osservazione ci porterebbero troppo lontano, qui consideriamo invece esclusivamente il rapporto esistente fra l’aspetto interiore ed il singolo individuo. La Croce ci servirà appunto per introdurci nel mondo interiore. Pittoricamente il Bellini riproduce una croce tardiva di maniera, ma nel simbolismo non ha alcuna importanza se si considera che dal punto di incrocio delle due rette si dipartono quattro segmenti all’infinito. Il Cristo posto sulla Croce rappresenta l’Uomo Universale situato al centro della Croce stessa considerandone solamente la sua rappresentazione piana. Se invece si considera la Croce sotto il suo aspetto di Asse del Mondo rotante sul punto di incrocio intorno all’altra, allora il Cristo, quale Uomo universale, è l’Asse del Mondo intorno a cui ruota l’intera Creazione. La figura di Galileo Galilei, un uomo inscritto in una circonferenza di cui braccia e gambe rappresentano i quattro raggi, è al caso molto significativo. Quindi il processo di trasformazione intercorso tra la nascita del Bimbo universale e quella dell’Uomo universale, è un processo di incubazione nell’Uovo Cosmico. L’Avvento del Bimbo Universale è l’Atto, l’Alfa della fecondazione della Vita, il suo Principio, il nascere dell’Uomo universale, è l’Omega della Creazione, il suo Fine. Tra questi due punti, considerando gli anni simbolici del Cristo, intercorrono 33 gradi successivi di „evoluzione interiore“. È lungo questi gradi di evoluzione interiore che il Bimbo universale nato in noi, giunge a maturazione sino a manifestarsi, con noi stessi,quale Uomo universale. Ciò significa che come „uomo umano“ si muore pur nascendo. Metafisicamente il Natale ci racconta l'Atto di fecondazione della Materia (Maria) ed il suo Frutto (il Bimbo) ; Maria che piange sotto la Croce, il Venerdì della Morte, è l‘espressione della Materia che soffre venendo privata del suo Frutto.Ma essa stessa non sa che cosa, di lì a poco dovrà avvenire, sia al frutto sia a sè stessa. Dice il Cristo a Maria: „Donna, ecco il tuo figliolo“ e poi dice al discepolo, „Ecco la Madre tua“. Giovanni, 19,24-27“. E il discepolo era lo stesso Giovanni e le parole del Cristo non hanno voluto dire altro che la Materia e la sua Fecondazione erano eterni! Maria-Materia genera eternamente e tutti i suoi Figli-Frutti passano e muoiono e risorgono. Ci sovviene a questo riguardo il collocquio fra Diomede e Glauco sul campo di battaglia di fronte a Troia, dove alla domanda diomedea „Chi sono i padri tuoi?“, Glauco risponde tristemente che era vano elencare i propri Padri in quantochè „tutti“ sono come le foglie di un albero, nascono, crescono e muoiono mentre l’albero seguita a vivere. Panta rei. Tutto scorre, tutto è in movimento.
Il Cristo e la Croce del Bellini stanno su di un pavimento a scacchiera ed i quadrati sono bianchi e neri. Ma non è il colore di questi quadrati che attirano la nostra attenzione anche se, dietro questa opposizione di colori si celano ben altri significati. È invece la scacchiera che ci interessa: essa è un piano sul quale verticalmente sta il Cristo che in questo modo svolge Lui stesso il ruolo di Asse, la Croce dovrebbe sottolineare proprio questo aspetto e non ci sembra nemmeno azzardato avvicinare il Cristo portante la Croce al gigante Atlante che sostiene il mondo sulle sue spalle. Da questa pena Atlante viene liberato dall’Eroe Ercole. Torneremo ancora su questo punto. Per il momento ci interessa ancora il pavimento a scacchiera che essendo un piano orrizzontale rispetto al Cristo-Uomo Universale esercita la funzione del nostro Piano di Manifestazione. Su questo piano si svolge lo scontro fra due tendenze particolari: quella centripeta e quella centrifuga, la prima tende verso il centro del Piano dove si incontra con il suo asse, la seconda invece tende ad allontanarsi dal centro e quindi dall’asse del Piano in una fuga all’infinito. Se osserviamo un cerchio con al suo centro un punto, la prima tendenza sarà rappresentata dal punto, la seconda dalla circonferenza del cerchio. La lotta fra queste due tendenze conosce due momenti chiave nei quali una sembra sconfiggere l’altra e questi due momenti sono ben rappresentati da un simbolo grafico: un cerchio diviso da una linea ad S, alla destra di questa linea lo spazio è nero con un punto bianco, mentre alla sua sinistra lo spazio è bianco con un punto nero. I due punti rappresentano il momento in cui la forza di colore diverso sembra prendere definitivamente il sopravvento, mentre la linea serpentina, rappresenta il movimento rotatorio nei due sensi opposti. Sono i Cinesi che ci hanno tramandato questo insuperabile simbolo grafico che loro usano per rappresentare lo Yin e lo Yang, il principio femminile e quello maschile. Luce e Materia,sarebbe meglio dire, Calore e Freddo, il primo è legato al Fuoco e questi alla Luce, il secondo al Ghiaccio ed alle Tenebre. Il punto di maggior oscurità è il Solstizio d‘Inverno, che cade il 21 dicembre, giorno in cui si manifesta il Bimbo di Luce, piccolo punto della speranza futura del ritorno della Luce, quando questa „scenderà“ ad illuminare nuovamente tutto il mondo.Tra questi due punti estremi, rappresentabili nell’arco di un anno dai due Solstizi, vi sono naturalmente numerosi punti di passaggio e due sono altrettanto importanti quali punti di equilibrio delle due forze, una in fase ascendente l’altra in fase discendente: i due Equinozi. Nel primo è la Luce in fase ascendente, mentre le Tenebre sono in fase discendente e viceversa nel secondo Equinozio. In riferimento all’Uomo si può affermare che alla crescita luminosa del suo „essere interiore“ corrisponde una „specifica morte interiore“e che alla sua morte fisica, l‘Uomo perviene alla Luce interiore mentre il Corpo precipita nelle Tenebre. Rispetto all’Uomo Cosmico, quindi al Cristo, la sua „Resurrezione“ o „Ascesa in Cielo“ corrisponde ad una contemporanea espressione simbolica sia sul piano Macrocosmico che Microcosmico dell’Ascesa della Luce.Avremo allora un simbolo bivalente: un Cristo esteriore ed uno interiore in riferimento al singolo essere umano, una Umanità Universale ed una temporale, dove quest’ultima assume rispetto alla prima il valore di microcosmo ed è quindi situata nel Tempo, mentre l’altra nella sua Universalità deve essere considerata sovratemporale. Quale trionfatore dei due Cieli, allora il Cristo appare come un Eroe, un Sol Invictus e questo suo aspetto lo lega al simbolismo del Calice e del Sangue. Calice e Sangue sono legati al Ciclo della Saga della Cerca del Graal, dove quest’ultimo, tra l’altro, assume il significato di una rappresentazione simbolica della Stato di Luce dell’Uomo. La Cerca del Graal è una ricerca interiore ed in questo senso va compreso il detto: „Dio è con noi, Dio è in noi“. Il Cristo viene ferito al costato da una Lancia ed il Sangue che sgorga dalla ferita cade nel Sacro Calice, la Lancia che penetra nel costato, intrisa di Sangue ci spiega il simbolo della Lancia immersa nel Calice, dove rappresenta l’Asse di una circonferenza, riallaciandosi così ancora una volta al Simbolo della croce. Ulteriori approfondimenti del simbolo della Lancia e del Sangue tendono ad estrinsecare la dinamica interiore del Simbolo-Sintesi della Croce e del Cristo.
Il Natale quindi che segna l’Inizio del Movimento di Ascesa della Luce, rappresta anche la Morte ad uno Stato precedente necessaria per assumere gli aspetti della Vita, la Pasqua per un certo verso è l’Apoteosi della Luce pur essendo con la Resurrezione in un certo qual senso, una secoda Morte.
Se questo Natale, deve essere per me e per Hella, il punto di inizio di una ritrovata Luce nella dinamica del nostro amore, è tutto da stabilire. Praga è di certo un centro antico di cultura viva europea, dove John Dee, insieme alla sua anima dannata, giunse alla ricerca ed alla conquista della sua Regina Interiore, la Regina della Terra degli Angeli, la sua Terra, la sua Patria, la Terra Bianca, la terribile Albione, dove ci si può impietrare come il Sale di ebraica memoria o dove ci si può riempire di Calore di Luce, per questo terribile, per questo Terra di Luce, Hellas, dove Vita e Morte sono offerte agli Eroi quale Dono alla loro Vittoria o alla loro Sconfitta.
 
15 Uhr 28

Abdel Nûr Cabrini
La serie le "Notti berlinesi" è Copyright - Alle Rechte vorbehalten

Notti berlinesi - Quinta Notte



Berlin, 17. 10. 1984
2 Uhr 22


Ancora un francobollo inglese!
Questa volta si tratta della Annunciazione ai Re Magi.
„Nato Gesù in Betlemme di Giudea al tempo del Re Erode, ecco che dei Magi dall’Oriente giunsero a Gerusalemme e chiesero: Dov’è il Re dei Giudei che è nato? Poichè vedemmo la sua stella in Oriente e siamo venuti ad adorarlo. Vedendo la Stella provarono una grande Gioia. Ed entrati nella casa, videro il bambino con sua Madre Maria, e prostratisi lo adorarono. Aperti poi i loro scrigni gli offrirono in dono oro, incenso e mirra"“ Matteo, 2,1-2,2,11
Questa è l’unica citazione nei Quattro Vangeli riguardo ai Re Magi. Volendo solo dilungarci sulla Annunciazione non tratterò i diversi significati simbolici dei Re Magi.
Annunciare in tedesco si dice Weissagen. È una parola che si è mutata nel tempo, infatti dall’antico altotedesco forasago (Profeta) > warsago adattamenti del tipo wissagon/wissago. In ogni caso è una parola formata da sagen (dire) e Weiß ( indovino, saggio, profeta ma anche bianco). Si tratta quindi di un dire chiaro, illuminato, che in questo caso mette in grado una persona di indovinare, nel senso di capire e di imparare e quindi intuire gli avvenimenti prima che essi conseguentemente accadano.
L’Annunciazione è quindi un insegnamento cui alcuni possono accedere vuoi per un „processo interiore“ sia per un „processo esteriore“. Un „processo interiore“ è un lento e successivo sviluppo di una conoscenza che porta improvvisamente alla comprensione intuitiva di un fatto logico e conseguente allo „sviluppo o evoluzione interiore“. Nel caso di un „processo esteriore“ la differenza è sottile. Infatti il „processo esteriore“ si è reso possibile ad avvenuta maturazione di un parallelo ed analogo „processo interiore“in ragione del quale il primo si è reso possibile alla „coscienza“quale processo esteriore ad essa. Detto in breve si tratta della differenza fra „intuitio intellectualis“ e „raggiungimento di contatti con il Super Io“ che si manifestano con forme e metodi diversi secondo il metodo di disciplina scelto, vuoi per un impulso naturale o per una scelta esistenziale. La differenza tra „impulso naturale“ e „scelta esistenziale“ si comprende nel rapporto esistente fra „coscienza passiva“ e „coscienza attiva“, fra „possesione“ e „volontà attiva“ che non deve essere confusa con la normale volontà che nasce invece da cause inferiori o subcoscienti non chiare all’Io e tanto meno al Super Io. Tutto ciò definisce i diversi „ atteggiamenti interiori“ con i quali ci si avvicina alla Annunciazione che quindi è un momento traumatico, un momento della Rivelazione dell’Altro a noi stessi. In questo momento si rivela il doppio concetto di Bimbo interiore ed esteriore. Il Bimbo nasce alla fine dell’Anno, alla fine di un ciclo completo della Manifestazione e la sua nascita o venuta al Mondo è chiusura ed apertura di un Ciclo. È quindi la chiave attraverso la quale si apre la Porta che unisce due periodi che non solo entrano in comunicazione ma vi permangono attraverso legami ombelicali di residuità vitali. Questo punto viene annunciato. Non può non esserlo sia dal punto di vista macrocosmico che microcosmico, poichè si tratta di un punto traumatico di un tempo più o meno in relazione, però non dipendente, da uno spazio. Il rapporto spazio temporale non conosce una vera e reale successione, così come noi possiamo sperimentare quali esseri umani. Si tratta invece di una correlazione simultanea di due stati, differenti interpretazioni sono dovute, e per questo fatto false, al diverso punto di osservazione e naturalmente al livello di vedute che determinano il livello di coinvolgimento più o meno indiretto nella realtà di uno dei due stati.
L’Annunciazione del Bimbo deve essere considerata entro il quadro di questi punti di osservazione. Esiste un Tempo ed uno Spazio della Annunciazione e questo Spazio-Tempo è come uno specchio del Macrocosmo e del Microcosmo in quanto che esiste un Bimbo in ciascuno dei due Piani di Manifestazione. Ambedue annunciano nello Spazio e nel Tempo un avvenuto mutamento che assume il carattere di un vero e proprio Avvenimento. Un Bimbo nasce in noi. E con esso un nuovo essere umano. „E vedendo la Stella, provarono una grande gioia“ . In tedesco Freude è una parola che ha un legame con Freund, la prima significa Gioia, la seconda Amico; la radice tedesca Fr- ci rende il senso di qualcosa come fremere, vibrare, vivere , manifestarsi con febbrilità, calore, eccitazione; la radice latina Am- ci rende invece il senso di un concetto come quello di Amore. Quindi il momento in cui nasce Amore viene caratterizzato dalla Gioia che a sua volta nasconde il manifestarsi del Desiderio. Tutto il mistero dell’Annunciazione non è contenuto solo nel Bimbo, ma anche nella Gioia, nel Desiderio e nell’Amore. Se però si volesse fissare questo momento e non considerarne il suo sviluppo, sarebbe un errore, infatti il Bimbo non è ancora il Cristo. L’Amore che muove l’Universo non è ancora divenuto l’Amore che muove l’intero genere umano; bisogna allora vivere non solo il momento dell’Avvento, ma superarlo con la comprensione intellettuale, saggia e quindi preveggente, al fine di far crescere in noi questo Bimbo di Luce, sino ad essere noi Amore: per noi stessi, per tutto ciò che ci circonda, per tutto ciò che vive, per tutto ciò che è creato. In questo senso amare assume il suo vero significato: quello di vivere, di illuminare la Vita, di darle un significato ed un calore. Senza Amore il significato stesso del vivere perde il suo valore. Perchè si vive? Chi può dare una risposta? Tutti e nessuno! Si è venuti alla Vita per un Atto d'Amore, ma di chi? Non si vive forse per amare? Ma chi? Noi stessi, è vero! Ma allora che significato hanno gli „altri“? Non è vero allora che oltre a noi stessi dobbiamo saper amare anche gli altri? Non è forse vero che i Re Magi si prostrarono ad adorare il loro Bimbo interiore ma anche il Bimbo dell’umanità intera? Grandiosità di un animo che sa penetrare in sè stesso ma anche astrarre sè stesso. In questo senso l’Annunciazione assume valori notevoli di insegnamento, specialmente riguardo i tempi. Il Bimbo nasce da Donna! Sempre! La Donna è quindi lo strumento attraverso il quale il Bimbo si può manifestare a noi. Perchè quindi stupirci se l’Amore per una Donna è la nostra Vita? Essa è lo strumento che fa nascere in noi l’Amore, questi è Luce, Gioia e Vita. Il brusco separarsi da questa Fonte d’Amore inaridisce la nostra Sorgente di Vita o Vita sorgente. Tutto diviene arido. Al bosco meraviglioso che conosceva la sua Primavera di luci, colori, canti e Vita si sostituisce il Deserto con la sua aridità, il suo Vuoto infinito, distesa immensa di solitudine, di giorni brucianti, di notti gelide; una distesa desolante senza punti di riferimento possibili, dove i venti impetuosi che ci smarriscono ed accecano sorgono improvvisi dal fondo del nulla, da orizzonti senza fine, mai raggiungibili, mai, sino alla morte.........................................................................................................
..................................................................................................................................................... E venne un giorno in cui Lei mi disse :“Lascia che vengano i tempi e noi saremo allora per sempre insieme!“. Al di fuori e al di sopra di giochi più o meno meschini, dove l’egoismo umano si ammanta anche di elevati concetti intelletuali, resta pur sempre questo messaggio detto ad Amore, non a me: ad Amore, una cosa da Lei in me generata, da me a Lei donata che appartiene a Lei, solo a Lei, mia Vita, mio Bene, mio Tutto!
 
 
5 Uhr 00


Abdel Nûr Cabrini


La serie "Notti berlinesi" è Copyright - Alle Rechte vorbehalten

mercoledì 13 maggio 2009

Notti berlinesi - Quarta Notte



Berlin, 12. 10. 1984
2 Uhr 14
_____________
 
Nuovo francobollo inglese che rappresenta la Madonna che tiene sulle ginocchia il Bimbo che viene mostrato in piedi. Madre e Figlio sono soli nella rappresentazione del Murillo. Questa volta abbiamo trovato il dipinto sulla Web che le Poste inglesi a mezzo di Harrison ha riprodotto in francobollo.La gonna della Madonna, voluminosa come un drappo è di un colore blu-verde scuro, in contrasto con la camicia di un rosso violetto che lascia scoperte le spalle, il Bimbo ha le parti intime coperte da un drappo bianco, sullo sfondo una incomprensibile nube con sfumature che vanno da un marron chiaro ad un giallo bruno, l’insieme è molto bello, estremamente espressivo.
Madre e Figlio sono due entità intimamente legate, una scaturisce dall’altra, una giustifica l’altra, ambedue si necessitano. Il Bimbo quale Avvento della Luce, la Madre quale Luce non Manifestata. La Madre è Vita, il Bimbo è la sua Manifestazione, il suo Frutto. La futura Madre è la Tenebra dalla quale scaturisce e nella quale nasce la Luce che la illumina, che le dà la Grazia. La Madre è allora la Materia caotica che trova il suo Ordine e la sua Giustificazione ad essere proprio nel momento in cui dà alla nascita la Luce di un Bimbo.
Sono quindi individuabili tre momenti nella figura femminile:
Donna senza il Seme.
Donna con il Seme.
Donna con il Frutto.
Sto pensando a Kerstin! La ricordo quando era ancora una adolescente già colma di una Vita, di Dustin, e quale Madre di un bellissimo frutto umano, ora posso percepire il suo stato interiore solo attraverso una sua fotografia. Allo stesso modo è possibile percepire le specifiche differenze di questi tre stadi della Donna. La Donna non fecondata è solo violenza del desiderio di essere posseduta ed in questo modo di sentirsi viva. La Donna fecondata è già „naturalmente“ sposa e già vive la sua realtà di Madre che dovrà generare. La Donna quale Madre è una Donna che vive del figlio e nel quale si bea. Lo mostra, lo offre e vive di riflesso l’Amore e l’Adorazione e l’ammirazione di cui il Figlio è fatto segno. Ma si può meglio comprendere quanto espresso se al termine Madre viene sostituito il termine Materia. Questa parola ha a che fare direttamente con Madre, lat. Mater, ted. Mutter. Quindi la Materia è una Madre in Potenza, ma non ancora fecondata, vale a dire non pervasa di Luce e di Vita è quindi come un nulla. È un insieme informe di potenzialità in attesa di essere ordinata e strumentalizzata, è sorgente di bisogni insoddisfatti che pur tuttavia tendono tutti ad una cosa: al loro manifestarsi. Ma non lo possono, sono in potenza, per essere in atto devono essere „accesi“. Ciò che dà Vita alle Tenebre, ne svela i contenuti rendendoli palesi, visibili, percepibili e comprensibili è la Luce. Luce è calore, è Amore, è Vita. La Materia è fecondata e si trasforma! Da irrequieta e tumultuosa, raggiunge una tranquillità, serenità ed equilibrio durante i quali prepara, gestisce, nutre e genera il Frutto della Vita. In seguito essa vive del suo stesso frutto come esaudimento del suo bisogno. Per una donna una o più volte, per la Materia quale Madre Universale indefinitivamente.
3Uhr 05


Abdel Nûr Cabrini


La serie "Notti berlinesi" è Copyright - Alle Rechte vorbehalten

martedì 12 maggio 2009

Notti Berlinesi - Terza Notte




Berlin, 12. 10. 1984
0 Uhr 37
_____________
Il francobollo che questa volta ha attratto la mia attenzione rappresenta il momento della Annunciazione della nascita di Gesù ai Pastori. Il francobollo è nuovamente inglese su sfondo rosso magenta, i Pastori e l’Angelo si trovano entro una specie di fiore di loto a quattro petali con bordo dorato, oltre ai tre Pastori e all’Angelo ed alcune pecore, v’è anche raffigurato su di un drappo bianco tenuto dall’Angelo le parole di inizio della Annunciazione: Gloria in excelsis deo...., poichè il quadretto manca di prospettiva, ne desumo che deve trattarsi di una rappresentazione artistica del duecento al più tardi del trecento.
Questo riprodotto non è il francobollo inglese che non ho trovato sul Web, ma di un'altra opera.Il Vangelo di Luca ci informa di questo particolare della nascita di Gesù. „E un Angelo del Signore li circondò di Luce così che furono presi da gran timore. Ma l’Angelo disse loro: „ Non temete, poichè ecco, io vi dò l’annunzio di grande gioia per tutto il popolo. Oggi è nato a voi, nella città di Davide, un Salvatore che è Cristo Signore. E questo è per voi il segno: troverete un bimbo in fasce in una mangiatoia“........“ Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà“.
L’Angelo quale Messaggero è l’equivalente di Mercurio. La Luce che improvvisamente li circonda è la Luce che illumina le Tenebre della ignoranza. Avvolti di Luce improvvisa i Pastori, ignoranti dell’avvenimento che aveva toccato il Mondo, vengono informati e quindi edotti sulla nuova Verità; ed è così che essi, ripieni di conoscenza, riescono, seguendo la Luce della Stella, a trovare il Bimbo e ad adorarLo. Sono le genti del Benvolere, quindi coloro che desiderano ed hanno in sè stessi il Bene, che toccati dalla luminosa Rivelazione, abbandonano il loro fare e si muovono, guidati da questa interna Illuminazione, lungo la Via del raggiungimento e del riconoscimento e della susseguente adorazione, quale fruimento, del Bimbo di Luce. I tempi sono maturi, nonostante il trionfo delle Tenebre, queste sono già alla loro Fine. Si avvicina il momento in cui la Luce avanzerà sempre di più. Non prima, non durante, ma dopo viene annunciato l’Avvento alle Genti, affinchè esse possano vedere la loro Speranza, la loro Fede esaudita e manifesta nel Mondo. È la Saga del Cristo! Mentre giù in tutto il Mondo, fra Miti, Favole e Misteri lo stesso concetto era già mediato dalle Masse alle „elite spirituali“ che ne costudivano il „seme“, per curarlo, crescerlo e donarlo ancora alle Masse quale Realtà nel momento in cui Tempo e Spazio avessero coinciso. La nascita del Cristo avviene nel Mistero, nella solitudine della Sacra Famiglia, successivamente ne viene dato annuncio al Mondo. La nascita del Cristo è quindi un avvenimento Micro e Macrocosmico ed un simile momento cela un profondo insegnamento per tutti coloro che dovessero viverlo. È il sostegno di una Realtà Interiore, della Manifestazione di una Realtà esteriore. I Pastori furono „colti da timore“; emozionati, colpiti nel loro „sentire“ interiore, atto che chiarisce il Segno di un Mutamento essenziale, del raggiungimento di una Gnosi, di una illuminazione che muta, trasforma l’Uomo come singolo e come collettivo. Il raggiungimento del proprio „Bimbo interiore“ è appunto il Momento della Trasformazione. Ci si muta e si libera l’insieme del nostro essere da legami che lo impedivano e lo limitavano nel suo Vero manifestarsi. Il mezzo di questo „perturbamento“ del precedente equilibrio anteriore è l’Amore.
Questi scioglie e coagula forze spirituali e mentali enormi sia nel singolo come nel collettivo. Ma mentre nel singolo è un momento che segna definitivamente la Vita Nuova, nel profondo Collettivo dell’Uomo è un momento, la sua durata nel tempo non ha importanza alcuna, in quanto chè
il Tempo, correlato all’intera Umanità è infinito e svela il Ritmo ciclico della realizzazione umana. Nel singolo individuo invece questa totale trasformazione è irreversibile, poichè il Tempo, nel singolo individuo ha un termina preciso e non è indefinito. È così che il Singulto d’Amore che perturba e commuove sia l’individuo che il collettivo è il Mezzo attraverso il quale la Luce si manifesta e la Conoscenza diviene un fatto cosciente e vissuto stabilmente. Luce quale manifestazione di Vita, che ribadisce la continuità della Vita ( e questo è un mistero davvero importante ), e la Vita stessa quale atto di Amore. Un essere umano colmo d'Amore è un essere che in verità vive, poichè egli fruisce della Vita come Gioia (gaudio) di essere, di vivere; in questo senso l’annuncio dell’Angelo che è un annuncio di Gioia, di Esultazione. Gioite poichè Amore è tra noi, è in noi; gioite poichè la Vita è nuovamente tra noi ed in noi! E sia per sempre ringraziato questo momento che dà un senso al nostro Essere. Ecco quindi come l’Amore possa essere inteso come senso del Vivere e della Vita. Non a caso in tedesco Vita è Lebe ed Amore è Liebe!
Lebe è legato al concetto di sopravvivenza e di mantenimento, mentre Liebe a quello di brama e di desiderio. Quando si è separati dall’Amore si è anche separati dalla Luce e si vive nelle Tenebre. L’Amore vive in noi ma diviene sofferenza, non gioia, in quanto che l’Amore necessita, per sua natura, manifestarsi,essere, comunicare; la differenza d'Amore è un raccoglimento in sè stessi, è un accumularsi di prorompente energia desiderosa di darsi, di espandersi, di comunicare! Ecco quindi la profonda Gioia, la Pace che percuote le Genti allorchè viene loro comunicato l’Avvento del Signore, il Signore dell’Amore, il Dio Amore.
È lo scaricarsi improvviso di una tensione raccolta ed il raggiungimento di una Pace dei nostri sensi nervosi, sino allo stordimento, quasi apatia, sino a quando ritrovata quasi per legge dei vasi comunicanti, il nuovo equilibrio, ci si desta a sè stessi da questo gioioso torpore colmi di una nuova Vita-Forza atta a costruire una Vita impregnata d’Amore. Quanto mistero nell’Amore quale Dolore! Dolore quale Vuoto d’Amore; non è forse la Morte Dolore? E non è la Morte (-mors) assenza di (A)more? Non è forse il Dolore che precede la Morte , una assoluta irreversibilità, il nostalgico desiderio di Vita e quindi di Amore? Un essere umano che non soffre, non prova alcun dolore e non è pervaso da Amore, è un essere umano che è morto a sè stesso! Di contro chi soffre e quasi cercandolo per sentirsi vivo, è un essere umano che è sì colmo di Amore ma di un Amore che però non trova il suo appagamento e quindi uccide sè stesso poichè è a sè stesso inutile. In tutto ciò v’è una grande verità. Le masse umane colme di un amore che in questo mondo moderno non possono realizzare, divengono ciniche sin quasi a giungere all’abbruttimento che inconsapevole ‚è la negazione di una realtà che nel profondo non viene accettata, la realtà di un mondo dove non è possibile amare e gioire in tutti i semplici aspetti del vivere. È forse per questo che deve essere compreso l’odierno comportamento giovanile, tristi profeti di abbruttimenti ancor maggiori di quanti già non siano visibili. I momenti della trasformazione sono sempre tristi momenti ed i tempi nei quali noi oggi viviamo sono tempi che necessitano un nuovo Avvento, un nuovo Annuncio. Si avvicina il Tempo in cui alle Masse è necessario un Annuncio di Amore di cui esse, inconsapevolmente, paventano il Bisogno. Il vuoto d’Amore deve essere nuovamente colmato! Il Dolore deve essere nuovamente trasformato in Gioia. Guardando per un momento alle nostre vicende personali, posso solo dire che il tempo della separazione dalla mia Amica dovrebbe giungere al suo termine, affinchè il vuoto della nostra Vita possa trasformarsi nuovamente in Gioia e Pienezza. Gli avvenimenti che ciclicamente colpiscono il singolo individuo, sempre ed in ogni momento, non sono disgiunti dagli avvenimenti che ciclicamente colpiscono l’Umanità. Il suo insieme ed il singolo individuo sono tra loro correlati, così come lo sono Macrocosmo e Microcosmo. L’Angelo dell’Annunciazione è il Messaggero che dal Macrocosmo raggiunge il Microcosmo, così come lo sono i singoli Angeli che si manifestano ai singoli individui.

2Uhr 45
Abdel Nûr Cabrini
La serie "Notti Berlinesi" è Copyright - Alle Rechte vorbehalten
Powered By Blogger