venerdì 24 aprile 2009

Notti Berlinesi - Prima Notte


Berlin, 10.10.1984 - 2Uhr 39

Era una giornata grigia, umida, una pioggerella leggera scendeva stizzosa, incalzata da un vento leggero. Il giorno prima c’era ancora il sole ed il cielo di un azzurro vivace solcato da nubi bianchissime ti dava ancora la sensazione di vivere una tarda estate. Gli alberi nei viali di Berlino erano rivestiti di colori accesi: svariate sfumature di giallo intenso o smorto,misto ad un verdicello pallido e a chiazze di un rosso magenta, regalavano l’impressione di una estate indiana seppure in versione europea. Ora il grigiore della giornata spegneva questa musica di colori, l’autunno pressava alle porte con invadenza. Visitai un mercatino dell’usato come facevo ogni tanto e fra le altre cose trovai una piccolissima raccolta di francobolli di scarso valore filatelico, ma belli nelle loro rappresentazioni e nei loro colori. Li comprai.
Tra questi v’era un francobollo della Grecia di un azzurro cobalto che rappresentava, tra due colonne classiche, una dea alata che impugnava un bastone in cima al quale era raffigurato il simbolo alchemico del Mercurio. Sopra questa dea alata e posta come una trave fra le due colonne, spiccava la scritta in greco ELLAS che nella nostra lingua diciamo Ellade.
Sorrisi amaramente quando pensando a questa parola mi ricordai il nome di una mia amica, da me molto amata, che in tedesco si chiamava Helga, ma che in dialetto berlinese o della Marca di Brandenburgo si pronuncia Hella od Heillia!
Fu proprio questo il motivo che mi spinse a voler scrivere alcune meditazioni sul significato del nome Hella, meditazioni che di certo hanno una importanza esclusivamente personale dato il momento esistenziale in cui mi trovavo: una solitudine quasi totale dovuta alla separazione, non voluta, da quella mia amica. Una separazione dovuta solo all’esistenza di un confine di Stato, quello della cosìdetta Repubblica Democratica Tedesca, la Germania orientale sotto occupazione sovietica.
Vi sono numerose parole in tedesco che traggono la loro origine dalla radice Hell-; questa radice fonetica ha le sue profonde radici nel concetto metafisico di Luminosità e del Divino e quindi accenna o meglio sottointende alla correlazione fra Luce e Divinità manifestata.
Helgen è una parola che orbita nel lessico svedese con il significato di „piccolo/a quadro, ritratto, immagine“, di fatto „Heiliger, Santo“ poichè nel XVI° secolo si trattava originariamente di „quadretti di Santi“: questo significato rappresenta proprio il prolungamento dell’arcaico significato di una „divinità luminosa manifestata“. Succede a volte che il concetto sia meglio espressa oggi in una lingua diversa da quella in cui radice e parola sono vicine al suono originale. Così ad esempio in italiano non ritroviamo più una parola con radice Hell-, che sottointenda un concetto di Luminisità; se però ne troviamo, sono chiaramente „importate“ dalla lingua greca oppure abbiamo a che fare con residui morenici riferibili alle onomastiche di introduzione latina, greca o germanica. Furono gli Elleni a dare il nome all’antica Ellade ed il significato della parola può già darci una idea circa il concetto che gli Elleni avevano di sè stessi. In italiano si può rendere il significato della parola „Elleni“ con „Coloro che sono chiari“, con „I Luminosi“ ed Ellade sarà allora „La Terra Splendente“oppure „La Terra di Luce“. È verosimile che questi attributi fossero dovuti anche ai tratti fisici che li differenziavano dai popoli autoctoni della futura Ellade, ma a mio parere si tratta di attributi specificatamente caratteriali, „Coloro che si esprimono chiaramente“, „Coloro che non mentono“, detto in breve „I Veritieri“, „Coloro che sono di parola chiara“, non subdola, non falsa. Conseguentemente l’Ellade è la „Terra di Luce e di Verità“, per saltare un passaggio inutile, e non ci addentreremo oltre nel dissertare circa questo significato legato alla „Terra di Luce“ o meglio alle numerose „Terre della Luce“, così profondamente radicate nelle vecchie tradizioni popolari di numerose genti umane, perchè allora non avremmo il tempo per dissertare un poco circa il nome Hella=Helga.
Hell è dunque Clarus, abbandoniamo quindi Helios, parola legata ad Apollo Dio della Luce, conosciuto anche come Phoebus, un attributo legato alla antica Gens Fabia, per penetrare meglio il significato di Clarus ! Questa parola, fra l’altro, è legata alla parola Cloro, che attraverso il greco è a sua volta legata alla parola ed al significato di Giallo, in latino Gelbus, in tedesco Gelb; un colore notoriamente dato all’Oro, metallo che simboleggia per la sua luminosità il Sole e quindi Helios.
Clarus è un aggettivo derivato dal verbo clarare, in italiano chiarire con il significato di spiegare, rendere chiaro e quindi intelleggibile, comprensibile una azione, un discorso. Hella è quindi colei che si rende, proprio per questa caratteristica, comprensibile agli altri. Ed è quindi colei che come la Luce si rende manifesta, è colei che, quale concetto in sè stessa, si rende manifesta ed intelleggibile. Fisicamente è l’attimo in cui la Luce si manifesta, l’attimo non il suo divenire; quale Atto essa si rende percepibile e quindi atta ad essere compresa, quale Divenire essa si dichiara, declara, in pessimo italiano si schiarisce, svelando sè stessa in un continuum senza fine, oppure indefinitivamente sino al suo esaurirsi. Riflettei sul verbo declarare e l’accostamento al nome di mia figlia Dekla fu immediato. Quindi Hella è l’Atto, Dekla il suo Divenire. Hella è il concetto chiarificatore, Dekla è lo sviluppo analitico del medesimo concetto, secondo livelli di manifestazione ( quindi di chiarimento di sè stessa) sempre diversi l’uno dall’altro seppur l’uno legati all’altro. Hella è la ragione intellettuale, è il manifestarsi dell’Intelletto, Dekla è la „ratio ratiocinantis“ , cioè la Ragione che esprime sè stessa: Hella è l’abbagliante lampo della Luce, Dekla è il lento e continuo svilupparsi della Luce sulleTenebre; Dekla è la Manifestazione di Hella! Quali Figlia e Madre, Dekla è il nascere ed il morire del giorno, Hella è la Luce del giorno. Hella è anche Selene, Elena, la Luna. La Luna è un suo riflesso, un suo messaggio lanciato nelle tenebre affinchè l’Uomo non dimentichi nella Notte che presto arriverà nuovamente Lei, Hella, a manifestarsi con Dekla sua Figlia. La figura sul francobollo rappresenta una figura femminile alata che nella mano destra impugna un bastone con in cima il simbolo di Mercurio, un simbolo non solo di Salute, ma anche di Hermes. Questi è il Messaggero tra Colui che invia il messaggio e chi lo deve ricevere, è il Veicolo, il Mezzo di Comunicazione, e poichè il Messaggio che Egli porta è un Messaggio di Verità e quindi di chiarezza e di luce, è allora portatore del Bene e quindi donatore di Salute; questo concetto in tedesco, così come in latino ed italiano, è legato al vocabolo heil. Il saluto infatti è una espressione di Gioia, è un augurio di integrità fisica ed intellettuale, precede il collocquio, il discorso! Questo è un Atto di comunicazione, di chiarimento di sè stessi agli altri; la figura alata è quindi la Luce Divina, o meglio, l’Atto raziocinante della Luce divina che quando vorrà dichiararsi userà come strumento Ermete che farà quindi Dono salutare a coloro che si trovano nelle ombre delle Tenebre, di Luce e di Verità divine.
Ecco quindi come questa Notte, guardando un francobollo, ho amato ancora una volta l’Amore della mia Donna e di mia Figlia, due esseri dai quali sono separato da un Destino tutto ancora da chiarire e da divenire in Atto!
È quasi l'Alba, è quasi Dekla! Ore 4,35!


Abdel Nûr Cabrini


La serie "Notti berlinesi" è Copyright, Alle Rechte vorbehalten.

1 commento:

Powered By Blogger