sabato 1 agosto 2009

Metafisica della Storia




Il gruppo nordico e la Tradizione della “Terra nascosta”.



Prima di affrontare il tema della “terra nascosta”, è necessario accennare al quadro geografico-temporale dell’Europa.
L'uomo di Cromagnon è alla base del gruppo “nordico” insieme alle sue “variazioni” Aurignac e Chancelade.La “Cultura Cromagnon” procede attraverso il Gravettiano e l’Aurignaziano ed avrà la sua massima fioritura con la “cultura maddaleniana”. Questa cultura scompare con il ritiro avanzato dei ghiacciai ma in effetti a scomparire sono solo le sue espressioni spirituali manifestatesi attraverso un’arte materiale quale appunto è l’”arte pittorica”. I suoi strumenti tecnici e materiali infatti sopravvivono ancora con gli Aziliani che come i Cromagnon non conoscevano o non facevano uso dell’Arco.Con il ritiro dei ghiacci si viene a formare più a nord una “cultura” detta maglemosiana che si estende dall’Inghilterra alla Russia e che copre il periodo 8000-6000 a.C. Un millennio dopo, quando la terraferma che univa l’Inghilterra al continente europeo è completamente sommersa dalle acque, la “cultura di Ertebolle” da cultura maglemosiana si caratterizza in modo proprio e si estende dall’Olanda alla Vistola, in Danimarca e Svezia a nord della linea Rotterdam-Magdeburgo-Varsavia.
La sua durata, spiritualmente parlando, raggiunge all’incirca il 4500 a.C, mentre quella materiale il 3400.
Nelle immense foreste dell’Europa continentale radi gruppi di cacciatori e pescatori mesolitici seguitano la loro vita,a noi totalmente sconosciuta, e saranno assorbiti o assimileranno agricoltori immigrati dalla penisola anatolica.
Infatti,intorno al 7000 a.C. si manifestano le prime culture prettamente agricole nel medio oriente che tra il 6000 ed il 5000 a.C. a causa di un aumento della popolazione o della necessità di coltivare nuovi territori, si spingono verso la penisola anatolica avviando un processo emigratorio che investirà l’Europa non solo dalla penisola anatolica ma anche dal nord Africa..
L’emigrazione anatolica si spinge non solo in Bulgaria e di là in Romania ed Ucraina, ma supera l’Egeo che non aveva ancora completamente raggiunto il livello attuale, colonizza la Grecia e la penisola balcanica raggiungendo da una parte la Polonia e la Germania , dall’altra alcuni territori della Francia ed attraverso l’Adriatico che non era ancora retrocesso sino alle attuali sponde investe l’Italia ponendo le basi della futura cultura Apenninica. Altri agricoltori, superando il Caucaso si spingeranno sino alla Cina..Verso il 4500 a.C. questo processo migratorio è praticamente giunto alla sua fine. Il centro maglemosiano si sposta così nelle zone più sicure intorno al Mar di Yolda che di lì a poco si sarebbe trasformato in Lago Ancylus. Da qui l’immediata importanza di Ertebolle che assurgerà a vero e proprio centro di identificazione dei “resti maglemosiani” con la definitiva separazione delle Isole britanniche dal continente e dalla Scandinavia.(4500°.C.).
L’unità ertebolliana sino a questo punto non ha subito alcun frantumamento, mentre è invece con il periodo TRB (Trichtenbecher) o cultura del bicchiere imbutiforme che appaiono le prime differenziazioni.. La Cultura TRB,suddivisa dagli archeologi in A,B,C,D, dura circa settecento anni, l’ultima parte la D è la più turbolenta e sarà questa che ci introdurrà direttamente nel tema da noi scelto.
Ma la causa vera di ogni turbamento è data dalla Cultura megalitica.
Il conflitto agricoltori-allevatori e cacciatori si era già manifestato nelle prime due fasi del TRB e si assesterà nella fase C, ma questo nuovo “equilibrio” si turba con l’arrivo della “cultura dei megaliti.
La spinta dinamica della cultura mediterranea di Almeria radicata nella Spagna è all’origine del fatto.
Qui si era sviluppata,specialmente all’origine,nel Portogallo la “civiltà megalitica”,trasferitasi nella Francia centro meridionale,dove subisce una prima diversificazione, si espande in Irlanda,sulle coste della Britannia occidentale,Scozia del Nord,Olanda, Germania settentrionale,Danimarca e Svezia.
Non si tratta,come fa giustamente notare il Childe nel suo Origini dell’Europa, di una invasione etnica ma di una vera e propria “azione missionaria” che però turba la compagine nordica del TRB al punto che alcuni gruppi si allontaneranno uscendo dai confini della loro cultura portandosi nell’Austria meridionale,in Svizzera ,sul Danubio e nel Belgio ed anche a Windmillhill in Britannia,a nostro parere è la zona olandese che dà origine a questa prima “migrazione” nordica e con essi anche i Danubiani della zona che numerosi si insediano nella Champagne e nella Francia Nord-Orientale, questi “Champagne” sono gerarchicamente dominati da una aristocrazia megalitica che presto conquista ed invade etnicamente il bacino parigino dando vita insieme allo Champagne alla cultura Seine-Oise-Marna (SOM), questa cultura è fortemente bellicosa e fanaticamente religiosa in senso “megalitico” e a nostro avviso illumina di molto anche l’attività religiosa di tutta quanta la “cultura megalitica”.Ma abbandoniamo qui il racconto degli sviluppi ulteriori di questa cultura (SOM) e ritorniamo nella zona nordica.
Il Centro ertebolliano può essere considerato come la sostituzione del Centro perduto maddaleniano, è possibile che in Ertebolle il ricordo sfumato di questo periodo favoloso fosse messo in relazione ad uno dei Centri riferibili a Thule, anzi , la “Terra di Ertebolle” probabilmente fu considerata come una restaurazione “polare” del Centro perduto atlantideo maddaleniano.Ciò è testimoniato dai Veda, che come ci riferisce il Guènon :”Bisogna distinguere la Tula atlantica (...) dalla Tula iperborea; in realtà è quest’ultima che rappresenta il Centro primo e supremo per l’intero Manvantara attuale; essa fu l’”isola sacra” per eccellenza, e la sua posizione, all’origine, era letteralmente polare. Tutte le altre “isole sacre”, designate dovunque con nomi dal significato identico, furono solo delle immagini della Tula iperborea;.....”. È il caso appunto di Ertebolle che di fatto poteva quasi essere considerata un’”isola” con alle spalle i ghiacciai in ritirata e tutt’intorno il mare.La pace interrotta dall’arrivo degli agricoltori danubiani e poi dai “megaliti” ha posto in crisi l’equilibrio fra Casta Sacerdotale e Guerriera.
Va forse riportato a questo periodo il mutamento da “Terra del Cinghiale” Varahi in “Terra dell’Orso” Boreo, che è l’equivalente del sanscrito Varaha, termine usato dalla Casta dei Guerrieri durante il suo predominio cui pose fine Parashu-Rama, il sesto Avatara.. Dopo la vittoria del sesto Avatara l’ordine venne ristabilito ma la “Terra” divenne una “Terra desolata”, la Profezia di una nuova “Terra nascosta”, gravida del futuro “Bambino” che sarebbe sorto per restaurare l’Età dell’Oro, fu la causa della esplosione dell’area nordica che porterà alla prima grande migrazione dei futuri popoli indoeuropei. Abbiamo usato il termine Profezia in quanto che un Avatara è un Profeta che rappresenta, o meglio, incarna un aspetto del Divino operante nel mondo degli uomini, ed abbiamo usato il termine “gravida” in quanto che in essa,la Terra, è “latente” la forza spirituale che gli uomini devono saper “ex-trahere”e ciò non è solo il compito del Guerriero, ma anche e sovratutto del Sacerdote. Nell’Aitareya Brahmana, VIII.27, il Sacerdote brahmano, il Purohita , dice al Re:” Io sono Quello, tu sei Questo, io sono il Cielo,tu sei la Terra etc.....”, dove il Re nei confronti del Sacerdote rappresenta la parte femminile.
Ed è proprio questa femminilità spirituale che lega il Re alla Terra e spiega la sua funzione di difesa e di dispensatore delle leggi divine (o celesti).
Questo desiderio di giungere alla “nuova terra”, “liberata”, induce i gruppi che sbarcheranno sulle coste meridionali del Baltico a chiamare la nuova terra con il termine Lat-via, Let-via , la terra in cui è latente l’arrivo del Salvatore.Ma non per tutti i gruppi questa è la “realtà”: la ricerca prosegue, nuovi orrizzonti vengono esplorati, dal punto di vista archeologico due rami di uno stesso movimento migratorio assumono nel nostro contesto una vera importanza: la cultura delle Anfore globulari, nelle loro migrazioni verso sud-est e verso l’occidente.In questi due gruppi si suddivide anche la Casta sacerdotale, quella dei futuri Druidi e quella dei Brahamani. I primi, non superando le Anfore globulari i territori posti tra l’Elba ed il Weser saranno poi il motore trainante dei proto-celti, mentre i Brahmani dopo la sosta nel bacino del Terek,si scinderanno durante le fasi della seconda grande migrazione. La Cujavia, un ansa della Vistola, centro di espansione delle Anfore globulari, ha dato alla luce un’urna funeraria sulla quale è rappresentato un essere umano in posizione yoga la cui testa è rappresentata da un Sole.Ciò ci dimostra l’esistenza in via orale,della Dottrina dei Cakra e delle pratiche yogiche.All’interno di questo movimento culturale, da qualche parte,in una zona periferica, venivano create le basi del futuro popolo dei Latini.Sarà esso a realizzare quasi duemila anni dopo il Sogno o la Profezia del Regno della Pace.
È con la “rivoluzione” della Cultura dei campi d’urne che si accende la seconda grande migrazione, e nel mezzo di questa i Latini ,insieme ad altri,legati da una Lega sacra, da rapporti famigliari e di alleanze, giungeranno nel Latium,dove vive nascosto Saturno, tutti conoscono i legami tra Sat-Yuga, l’età dell’oro e Sat-urnus, ma la lega sacra degli Albani non riesce a mantenere il suo ruolo propulsore, con la prevaricazione di Aemulo, gran parte delle famiglie sacerdotali albane, lasciano il Centro e si dirigono verso Roma,un luogo che la Scienza della Geografia sacra, ha indicato, infatti Roma è il Raum (Spazio Sacro) entro il quale con i sette colli sono rappresentate le sette terre,così come lo è la Terra Santa che comprende i “sette popoli di Canahan” e i “sette re di Edom” che corrispondono ai “sette re di Roma”.In più il numero sette si riferisce anche ai “sette continenti”, i sette Dwipa che appaiono uno alla volta ad ogni inizio di un Manvantara.Nel suo libricino i “Simboli” il Burckhardt ci segnala nel capitolo che si riferisce alla Gerusalemme celeste ed il Paradiso di Vaikuntha, che come la Gerusalemme celeste, la dimora di Vaikuntha possiede dodici porte ed al Centro si erge l’Albero della Vita,e dodici sono gli uccelli visti da Romolo e l’Albero della Vita può essere paragonato al “ficus Ruminal”. Il sacrificio del Patriziato romano per la realizzazione del Mistero di Roma non fu invano:
il Soffio divino che pervase il Mondo per rivificare l’Unicità divina Primordiale e causò il monoteismo abramitico, quello solare di Eknaton, il faraone eretico, ora attraverso Roma ha diffuso il monoteismo cristiano, e mentre i Longobardi entravano in Italia, in Arabia si accendeva un’altra Luce che in soli ottanta anni avrebbe creato le basi di un Impero che per un certo periodo avrebbe mantenuto la Pax dai confini della Cina sino alla Spagna.
Ma oggi sembra che siamo giunti allo scontro finale, che la prossima restaurazione sarà quella definitiva, quella non più preparatoria per un’altra avventura spirituale ma la Restaurazione dell’Età dell’Oro,l’inizio di un nuovo Manvantara.
E Dio ne sa più di noi!

Luciano Harun Abdel Nûr Cabrini

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