Herrhausen, un delitto in nome della Storia 1989
Nota di Mauro Blasi
Era il banchiere della riunificazione e sognava una Germania diversa. ecco chi lo voleva morto. Alfred Herrhausen, il presidente della DEUTSCHE BANK, venne assassinato 5 anni fa in un attentato. tutte le piste. i killer della STASI: distruggere il simbolo. i terroristi della RAF: contro il capitalismo. la CIA e il complotto: nel mirino l' Europa.
Herrhausen, un delitto in nome della Storia Era il banchiere della riunificazione e sognava una Germania diversa. Ecco chi lo voleva morto - di MASSIMO NAVA FRANCOFORTE .
Il Muro di Berlino e' caduto da tre settimane e la Germania gia' intravede la riunificazione.
Ma la mattina del 30 novembre di cinque anni fa, i sogni di un Paese in festa . mai cosi' collettivamente felice dalla fine della guerra . vengono turbati da una bomba telecomandata che fa sussultare i giardini curati e i boschi di abeti di Bad Homburg . ricco sobborgo di Francoforte . e che uccide uno dei personaggi piu' influenti di Germania: Alfred Herrhausen, il presidente della Deutsche Bank. La sua Mercedes blindata che salta in aria come un' auto giocattolo e' il simbolo della forza e della debolezza della Germania: che puo' stupire il mondo chiudendo in pochi mesi la "pratica" della riunificazione, ma indifesa di fronte al terrorismo, nonostante gli apparati di sicurezza e il formidabile servizio che protegge lo stesso Herrhausen, considerato il bersaglio piu' significativo dopo il presidente della Repubblica e il cancelliere.
La reazione dei tedeschi e' composta, non ci sono isterie, il mondo finanziario e politico tengono bene. Gli anni di piombo sono alle spalle e si volta pagina subito, nella consapevolezza che il cammino del supremo interesse del Paese . la riunificazione . debba procedere senza intoppi. Pochi giorni dopo, il cancelliere Kohl presenta in Parlamento l' ambizioso piano in dieci punti e in dicembre trionfa nelle strade di Dresda, dove la gente dell' Est urla: "Siamo un solo popolo!". Nulla, nemmeno un clamoroso attentato, puo' fermare l' abbraccio delle due Germanie. Eppure qualcuno ci ha provato. Mentre restano aperte le domande sull' organizzazione e sui responsabili dell' attentato, ancora oggi, il momento scelto dai terroristi ripropone la domanda piu' inquietante, storica piu' che giudiziaria: fu un attentato contro l' unita' tedesca? Altre domande conseguono: fu un tentativo di destabilizzazione messo in atto da ambienti contrari alle logiche conseguenze della caduta del Muro, dalla riunificazione alla distensione, dalla fine dell' impero sovietivo al superamento dei blocchi? A chi faceva paura una Germania ricca e potente in grado di estendere la sua influenza in tutto l' Est? E dove si annidavano queste forze contrarie: all' estero o nella stessa Germania?
In questi eventi Alfred Herrhausen avrebbe continuato a giocare un ruolo di primo piano. 59 anni, figlio di un geometra, giudicato da Vogue fra i dieci uomini piu' eleganti del mondo, abbastanza snob da confessare la noia per i bilanci e l' amore per la filosofia, Herrhausen e' un potente che si distingue per la visione aperta e innovativa dei rapporti internazionali, per le posizioni anticonformiste in politica e soprattutto per le strategie finanziarie che propone ridisegnando anche il ruolo della Germania. Il banchiere di Sua Maesta' il Marco e' il "global player" che scatena un putiferio quando, all' assemblea del Fondo Monetario, si batte per la riduzione dei debiti del Terzo Mondo. E' l' uomo che suscita aspettative "kennediane" quando, pochi giorni prima di morire, consegna al Wall Street Journal la sua "Ostpolitik" economica, la visione di una Germania e di una Deutsche Bank "ponti" fra Est ed Ovest, motori della riconversione industriale e del nuovo sviluppo democratico. Per il banchiere l' Est non deve essere terra di conquista. A chi fa paura un uomo cosi' ? I suoi assassini ufficiali . la Rote Armee Fraktion che firma l' attentato . non credono al banchiere progressista ("un alibi per perpetuare i sistemi di sfruttamento e di dominazione capitalistici") e condannano l' Herrhausen simbolo di quello che i terroristi tedeschi, a differenza degli italiani, considerano il vero potere in Germania: non la politica, ma le grandi banche e quei settori dell' alta finanza connessi all' industria, all' apparato strategico e militare, alle multinazionali. Amico personale di Kohl, Herrhausen e' dentro le stanze del potere e per questo i terroristi lo uccidono, dimenticando che in un sistema moderno, nessun uomo, per quanto potente, e' insostituibile. La pista della Raf si perde nei meandri di un' inchiesta che . come sembra d' obbligo in casi simili, da Kennedy a Moro . presenta lacune e contraddizioni. Alcuni giornalisti scrivono un saggio di successo: "Il fantasma della Raf". La tesi e' che non esista una terza generazione di terroristi, essendo in carcere o scomparsi i capi storici degli anni Settanta e Ottanta.
Ad aggiungere nebbia, contribuisce l' inchiesta che rileva stranezze nel sistema di protezione del banchiere. Ad esempio, il fatto che i terroristi possano per giorni lavorare indisturbati vicino alla sua villa per preparare l' ordigno e collegarlo ad una fotocellula. La fotocellula scatta al passaggio della prima delle auto del corteo che ogni mattina parte dalla villa. Di solito il banchiere e' seduto nella seconda vettura, ma non quella mattina. Ci si interroga anche sui criteri di costruzione dell' auto blindata, sulla rapidita' dei soccorsi e sull' altissima professionalita' degli attentatori. Due anni dopo, la polizia arresta un testimone eccellente, Sigfried Nonne, il quale confessa di aver ospitato gli attentatori in un appartamento di Bad Homburg. La verita' sembra vicina. Ma poi Nonne si confonde, ritratta. Viene fuori il suo passato in clinica psichiatrica e di informatore della polizia. In una clamorosa intervista alla televisione dichiara che gli sono stati promessi centomila marchi per le sue "rivelazioni". E la polemica coinvolge l' operato del Verfassungsschutz, il servizio di sicurezza interno che segue le attivita' terroristiche. Un altro che avrebbe potuto sapere, Wolfgang Grams, una primula rossa della Raf rifugiato nella Germania orientale, viene ucciso nella stazione ferroviaria di Bad Kleinen. E' un conflitto a fuoco con la polizia, ma, successivamente, due agenti dei corpi speciali finiscono sotto inchiesta: Grams, gia' ferito, e' stato finito con un colpo alla testa. A complicare la ricerca della verita' , sopraggiungono le rivelazioni sulle attivita' della polizia segreta di Berlino Est, la famigerata Stasi che, fra le varie iniziative, copriva e addestrava terroristi dell' Ovest, oltre a permettere ad alcuni di rifarsi una vita dall' altra parte del Muro. Come si sono comportati gli agenti segreti del disciolto organismo? E' fantasioso pensare che i servizi dell' Est potessero dare gli ultimi colpi di coda puntando a modificare il corso degli avvenimenti? Non e' fantasia. I sospetti sulla Stasi si sono appuntati gia' a proposito dell' assassinio di Detlev Rohwedder, il presidente della Treuhandanstalt, la societa' incaricata delle privatizzazioni dell' industria tedesco orientale. L' attentato, rivendicato dalla Raf, avvenne nell' aprile del ' 91.
Anche Rohwedder aveva una certa idea della ricostruzione tedesca e del futuro del Paese, tanto che questo delitto e' stato spesso messo in relazione con le idee e con la fine di Herrhausen. C' e' poi lo scenario internazionale che teme la Germania del dopo Muro. Mitterrand, in quei giorni, corre al capezzale della Germania Est promettendo aiuti al governo Modrow. Si fanno considerazioni sul possibile "Quarto Reich" e sul Supermarco. Dalle memorie della Thatcher emerge la preoccupazione britannica per una riunificazione troppo rapida. C' e' irritazione nella finanza internazionale per il gioco a tutto campo di Herrhausen. Soprattutto ad Est, crescono gli avversari della distensione. La tesi del complotto non ha riscontri, ma non e' priva di suggestioni, come in tutti i grandi delitti che sembrano concepiti da un potere invisibile ma in grado di condizionare le sorti del pianeta. L' ha recentemente rilanciata il colonnello Fletcher Prouty, il "mister X" impersonato da Donald Sutherland nel film di Oliver Stone su Kennedy. Prouty non lavora piu' per la Cia ma esiste in carne ed ossa. All' Unita' ha detto: "Herrhausen avrebbe dovuto pronunciare a New York un discorso che avrebbe potuto cambiare il mondo. Parlava di una grande Europa unita senza le interferenze della Banca Mondiale. Aveva un progetto di integrazione fra Est ed Ovest europei. Un' operazione che avrebbe cambiato i rapporti internazionali". Fantasie?
Aggiungo un altro link sotto al riguardo Herrhausen
Conclusioni :La Deutche Bank, non e' una banca come tutte le altre. Ha le maggiori partecipazioni azionarie di tutta la grande industria tedesca, cio' significa che il presidente controlla quasi tutta l'economia l'Europea. Vediamo quale' il suo impero :
2,7% Fiat
24% Daimler Benz
10% Allianz
25% Karstadt
10% Krauss Maffei
12.5% Hapag lloyd
10% Munchner Ruck
41% Kloeckner
30% Phillip Holzmann
25% Horten
25.85 Didler Werke
10% Linde
41% Morgen Grenfell
Soffermiamoci su questo ultimo dato : il piu' importante acquisto realizzato da Herrhausen nella storia della banca,l'acquisizione appunto della banca di investimento britannica Morgan Grenfell ,pagata allora la bellezza di 2.7 miliardi di Marchi. Con questo investimento la Germania era entrata nel cuore economico dell'Inghilterra. Poche settimane dopo e' stato eliminato. Il suo sogno della grande Germania non gli era stato piu' permesso. Oggi a distanza di 21 anni la Deutsche Bank e' diventata ancora piu' potente in Europa. L'odierno presidente e' Joseph Ackerman,colui che ha sparato a zero contro L'Euro per distruggere l'economia L'Europea e la stessa Germania che e' la locomotiva industriale della stessa Europa. Questo "gentleman" Il cui cognome rappresenta interessi extra Europee' per la stessa Europa e' tutto da scoprire.
Ecco le sue testuali parole:
Il numero uno della Deutsche Bank ha espresso forti dubbi sulla capacita' della Grecia di rimborsare i prestiti di miliardi di euro. 'Mi permetto di dubitare - ha detto Josef Ackermann parlando alla tv Zdf - che la Grecia sia veramente nella posizione di restituire i prestiti di emergenza'. Tuttavia Atene deve essere 'sostenuta' perche' un suo collasso 'avrebbe sicuramente ripercussioni disastrose' sugli altri Paesi e potrebbe causare un 'meltdown' dell'Eurozona
Dopo cio', l'Euro e' crollato ancora di piu' !!!
Nota di Mauro Blasi
Nessun commento:
Posta un commento