giovedì 13 maggio 2010

Centrali nucleari e Hamas: Russia e Turchia sempre più vicine

Un accordo da 20 milioni di dollari per la costruzione di una centrale nucleare in Turchia, la prima nel Paese mediorientale: è solo uno dei punti della “partnership strategica” tra Russia e Turchia annunciata oggi dal presidente russo Dimitri Medvedev, che in questi giorni si trova in visita ufficiale ad Ankara. Mosca e Ankara, infatti, sono sempre più vicine. Legate da interessi economici, ma anche strategici e militari: un’alleanza che si sta riaffiorando anche grazie al fatto che il governo turco sta sempre più prendendo le distanze da Israele e, seppure in misura minore, dagli Stati Uniti.
                                                                                      
Cominciamo dall’accordo nucleare. La costruzione della nuova centrale in Turchia dovrebbe richiedere circa sette anni, ha detto il primo ministro Recep Tayyip Erdogan. La compagnia russa ZAO Atomstroyexport, specializzata nella costruzione di reattori, controllerà il 100 per 100 del progetto. Anche dal punto di vista di Mosca si tratta dunque di un accordo molto importante, che vede i russi in una posizione di particolare forza: “E’ la prima volta che la Russia non solo costruisce una centrale, come già abbiamo fatto in Iran e India, ma anche la possiede,” ha detto Sergei Kiriyenko, presidente della holding nucleare statale Rosatom.
La Russia infatti è già stata coinvolta nella costruzione di centrali in Iran, e ora si sta vociferando di un possibile accordo con la Siria.
Il che ci porta a un altro punto importante: la politica mediorientale. Un’arena in cui Turchia e Russia pesano sempre di più. E dove Russia e Turchia stanno assumendo una linea sempre più lontana dagli Stati Uniti e sempre più critica nei confronti di Israele.
Una delle questioni su cui Mosca e Ankara stanno facendo pressioni congiunte è, per esempio, l’inclusione nei negoziati israelo-palestinesi di Hamas, ovvero il gruppo islamico, considerato terrorista da Unione europea e Stati Uniti, che di fatto controlla la Striscia di Gaza. “Hamas non può essere ignorata, non si può raggiungere la pace senza di loro,” ha detto il presidente turco Abdullah Gul, in una conferenza congiunta ad Ankara insieme alla controparte russa Medvedev. Lo stesso Medvedev ha incontrato martedì a Damasco il leader di Hamas Khaleed Meshaal, insieme al presidente siriano Bashar al-Assad.
Questa presa di posizione rischia di fare saltare i piani degli europei e degli americani, che finora hanno tentato di mediare tra palestinesi e israeliani proprio escludendo le fazioni più oltranziste, a cominciare da Hamas.
Dal canto loro, i governi di Mosca e Ankara sembrano molto determinati a fare sentire la loro voce in Medio Oriente. Perché l’unione, si sa, fa la forza. “Questo è un giorno molto speciale nelle relazioni turco-russe,” ha detto nella conferenza stampa congiunta Medvedev. Che ha parlato, senza mezzi termini, di “una partnership strategica” tra Russia e Turchia.
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annamomigliano > Anna Momigliano è una scrittrice e giornalista milanese di 29 anni. Va spesso in Israele a trovare amici e parenti. Per Marsilio ha scritto Karma Kosher.
Mercoledì 12 Maggio 2010, Pubblicato su Panorama.it

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