giovedì 4 marzo 2010

LETTERA AL MINISTRO CARFAGNA


Egregio Ministro Carfagna,


Le scrivo in risposta all’appello contro il burqa a Lei indirizzato scritto dalla Signora Samira Chabib, Portavoce delle Donne del Movimento dei Musulmani Moderati.
Essendo una risposta alla lettera che io Le ho scritto e contenendo informazioni inesatte è un dovere per me rispondere.
Sono dispiaciuta non tanto per il tono offensivo e sprezzante di questa lettera, quanto poiché vi si nega un elemento sacro e lo si ridicolizza e questo non è giusto.
Prima di tutto ribadisco le mie dichiarazioni, confermando che sono scevre da ogni faziosità o estremismo.
Mi ritengo una donna libera e non immischiata in questioni politiche o posizioni fanatiche, io credo nell’incontro, non nello scontro di civiltà e non amo abbassarmi al livello di polemiche sterili, oltretutto basate su elementi inesatti e infondati, come quelli presenti in questa lettera, spero quindi con questo scritto di fare definitivamente chiarezza in shā’Allāh.
Il fatto di essere nati musulmani o di essere convertiti non comporta di per sé competenza maggiore o minore in questioni religiose.
Personalmente ho iniziato a studiare sei anni fa, non mi sarei mai permessa di pronunciarmi su una questione così delicata senza averla profondamente appurata e quello che dichiaro è frutto di ricerche con docenti universitari e sapienti autorevoli.
Quindi in piena tranquillità davanti a Dio e agli uomini posso attestare che ritenere il niqab islamicamente legittimo non è fazioso, ma dire semplicemente la verità, e per me sarebbe, in quanto credente, un dovere farlo anche se io non lo indossassi.
Tutto quello che ho dichiarato in merito al niqab è risultato di studio e ricerca ed è accreditato e accertabile, inoltre la legittimità islamica del niqab è supportata da dichiarazioni di centri islamici italiani, esponenti istituzionali e persone autorevoli in Egitto e in Arabia Saudita.
Alcuni nomi che la Signora Chabib ha citato come testimoni della non legittimità islamica del niqab non rappresentano autorità istituzionali islamiche, ma opinioni personali non condivise da persone più autorevoli di loro nel diritto islamico.
Anche quanto affermato da Shirin Ebadi (che non è certo un’autorità in materia di religione) cioè il divieto di indossare il niqab e i guanti durante lo stato di sacralizzazione nel Pellegrinaggio alla Mecca indica che al di fuori da questo era invece utilizzato (e a titolo informativo secondo le fonti islamiche anche in questo frangente al passaggio di uomini estranei era permesso alla donna coprirsi il volto).
Quanto sostenuto in Egitto dallo shaykh di al-Azhar Tantawi, (l’unico tra i citati più legittimato ad esprimersi in merito), oltre ad essere dallo stesso ritrattato in seguito, è stato subito smentito dalla dichiarazione del fronte degli ulama di al Azhar.

Eccone una parte:

Nessun Imam o ricercatore può contestare la legittimità del Niqab […]anche se i sapienti musulmani si sono divisi sulla sua giusta definizione e sul giudizio da dare in merito, tutti convinti però del suo significato e della sua legittimità.[…]
Pertanto diciamo: quel che è successo sul Niqab e alla ragazza, per mano dello Shaykh e di altri, con termini fuori luogo e indegni del rango della persona e dell’argomento stesso, è dovuto, a quanto ci sembra, all’ignoranza della scienza a favore della quale ci si schiera, e del Fiqh in nome del quale si argomenta.

[ Fiqh (DA CUI deriva il nome dei giurisperiti fuqaha ʾ) PUÒ Essere tradotto con il Termine di giurisprudenza coranica.Diciamo “ci sembra” perché diversamente avremmo espresso giudizi senza lume e senza libro guida. Quel che è successo non è altro che la reazione di un’anima irritata, ingiustamente, e per una causa non giusta, anche se è stata successivamente giustificata con decreti e decisioni amministrativi, ingiusti a loro volta, di compiacimento e di ostinazione. […]
Il diritto musulmano nasce dal prolungamento del lavoro di costruzione della Legge Coranica. Nel corso della storia l 'Islam ha costituito una disciplina autonoma di autoregolazione Che Possiamo paragonare uno Quello che noi chiamiamo diritto positivo, Che Viene APPLICATO uno Comportamenti Contemporaneamente religiosi e sociali.
Lo storico Ibn Khaldun definisce il fiqh Come la "Conoscenza dei Comandamenti di Dio Che concernono le azioni, qualificate come wajib (obbligatorie), Haram (vietate), manduh (raccomandate), makruh (disapprovate) o mubāḥ (indifferenti) ".[1] (Tratto da Wikipedia)


Definire il velo integrale: ‘ un retaggio medioevale di tradizioni tribali che trovano il fondamento in Afghanistan, retaggio che è lo specchio di un atteggiamento misogino che intende relegare la donna, considerata inferiore, dietro una cappa nera che la annulla fisicamente e psicologicamente’
(Queste affermazioni le commenteremo come Janua Coeli alla fine di questa lettera)
è smentito da ogni organizzazione islamica accreditata e universalmente riconosciuta, anche perché le stesse mogli del Profeta Muhammad sallallahu aleyhi wa sallam, come altre credenti, portavano dopo il precetto sancito dal Corano, il velo integrale e vivevano in Arabia (non in Afganistan), lo facevano per Dio e non perché la donna fosse inferiore ma semplicemente per sottomettersi a una norma stabilita da Dio nel Corano.
La donna credente sotto il velo integrale è fisicamente e psicologicamente libera e serena perché ha scelto di esprimersi in tal modo autonomamente e così si sente forte, sicura, felice e indipendente perché sottomessa a Dio e non agli uomini, in pieno possesso delle sue facoltà mentali e fisiche e può, nel caso lo desideri, anche o nonostante questo abbigliamento rivestire ruoli socialmente importanti.
Fa un gioco molto sporco chi parla di fantomatiche donne che indossando il niqab sarebbero violate nei loro diritti, quali diritti? Se donne in piena consapevolezza e libertà desiderano, scelgono e decidono di indossare il niqab è perché credono in Dio e vogliono sottomettersi solo a Lui, amano il velo e questo le fa sentire libere e appagate in una loro esigenza fondamentale senza subire costrizione alcuna. Perché dunque il privarle di tale diritto?
Chiedo a tutti di non permettere che venga leso questo diritto attraverso la manipolazione della realtà, basata su giudizi infondati.
La signora mi accusa di avere una visione ‘miope’, (veda questa Signora il travaglio della Chiesa Cattolica dalle Decapitazioni, 18.000, in Place de la Concorde, sino al giorno d'oggi e si documenti sulle reazioni dei suoi "amici" ogni volta che Essa (la Chiesa) ribadisce l'esistenza di Satana) le rispondo invitandola a comprendere, leggendo attentamente ciò che ho scritto:

Ho parlato di 2 correnti (nel senso di 2 posizioni) principali riguardo alla questione del niqab

Tra le autorità islamiche preposte e universalmente riconosciute nell’Islām (al di là delle correnti, scuole o gruppi all’interno del mondo islamico o correnti fuori dall’Islam da lei citate) nessuno ha mai negato il niqab, hanno tutti concordato sulla sua legittimità dividendosi in 2 correnti (nel senso di posizioni principali) per cui per una esso è obbligatorio per l’altra facoltativo ma raccomandato. Due posizioni che io ho ricordato (entrambe) al contrario delle mie interlocutrici che fingono di ignorarne una.

Che tipo di moderato è una persona che afferma che la sua posizione è l’unica esistente ignorando le altre? (Janua Coeli l'ha sempre chiamata dittatura del Laicismo!!)

Cito parte della risposta dello Shaykh Ibrahim Ibn Muhammad al Hakil Imam della moschea di Riad – Membro del ministero saudita degli affari islamici:

Tantissimi dotti, nel passato, avevano sancito l’obbligo del Niqab, e coloro che non lo considerarono obbligatorio, affermavano comunque che è preferibile portarlo. […]Come fa questo signore a rovesciare la questione rendendo doveroso lo scoprirsi allorché nessun dotto musulmano lo ha mai affermato? Sappiate fratelli che se il Niqab, obbligatorio o Sunna che sia, fosse contestato da qualcuno, questi contesta qualcosa alla Legge di Allah l’Altissimo, e in ciò vi è un palese pericolo per la sua fede.

La signora mi accusa di essere furba, che Dio la perdoni e la guidi, considerando che dovremmo essere sorelle nella fede, e non ci conosciamo, non capisco cos’abbia a che fare la furbizia con un appello in merito a una situazione grave che lederebbe in modo drammatico i diritti di donne innocenti: per difenderle da una presunta discriminazione s’intende emanare una legge che le discriminerebbe realmente.
Alcune di esse non avrebbero la forza di reagire e rischierebbero di rinchiudersi in se stesse isolandosi per volontà di una legge pericolosa: io non posso restare inerte davanti al pericolo di rendere drammatica la vita di donne indifese, la nostra vita è serena e riservata, non abbiamo mai incitato nessuno a portare il niqab né giudicato le credenti che non lo indossano, per noi l’obbligo è davanti a Dio e mai davanti agli uomini.
Cercano di far credere che il niqab sia un retaggio afgano misogino questo indica la loro ignoranza o malafede in materia dato che era indossato dalle stesse mogli del Profeta sallalahu aleyhi wa sallam, oltre che da altre credenti e dalle mogli dei Compagni: come lo si può quindi definire estraneo all’Islām?
Se qualche governo nega dei diritti o non si comporta secondo le regole islamiche non per questo il niqab (che tra l’altro è molto diverso dal burqa) deve essere penalizzato, non ha nulla a che fare con queste persone.
Se esistesse qualche donna costretta a indossare il velo sarei io la prima ad aiutarla a liberarsene ma in Italia mi sembra pressoché impossibile dati i controlli strettissimi che ci sono e il numero così esiguo di donne che indossano il niqab. Ribadisco che tutte quelle che conosco lo amano, noi desideriamo portarlo per Dio e non come simbolo politico.

Il nostro appello a Lei gentile Ministro è autentico e ritengo aberrante che una donna che dice di essere musulmana possa chiedere che altre donne musulmane siano discriminate.
Non conosco donne obbligate a portare il niqab, conosco donne obbligate a toglierlo a volte consigliate dagli stessi mariti, o perché minacciate da un clima intimidatorio che persone come loro o come chi propone leggi discriminatorie crea e alcune anche se libere di uscire per il timore e il rispetto verso il loro credo non lo fanno, dov’è la giustizia? Si continua a citare ipotetiche donne costrette quando noi che siamo le dirette interessate lo portiamo e chiediamo e dichiariamo di amarlo e volerlo indossare.
Definire una ‘zoppa’ equazione quella tra monaca di clausura e donna che indossa il niqab significa, oltre che essere poco eleganti, non comprenderla: Il mio paragone è nel senso della sacralità di indossare un velo.
Asserire invece che mettendo sullo stesso piano le credenti velate e le monache, si tratterebbero alla stessa stregua civili e religiose significa non conoscere l’Islam perché mentre una donna cristiana prende i voti per consacrarsi a Dio la donna musulmana è sempre consacrata e sottomessa a Dio, non esiste la donna musulmana civile, in quanto musulmana è sempre religiosa.
Obbligare qualcuno a scoprirsi il volto, contro la sua volontà (salvo nel caso sia necessario essere identificati dalle autorità preposte) non significa renderlo autonomo come persona ma ledere e violare la sua libertà.
Per concludere, portare il niqab non ha nulla a che vedere con la discriminazione nei confronti delle donne e del loro ruolo nella società, indossando il niqab potrei anche occuparmi di ruoli socialmente importanti se lo volessi o ne avessi le competenze, e ci sono in altri stati donne che lo fanno, avendo un grado superiore a quello di vari uomini.
Quindi le due opinini (obbligatorio o facoltativo, ma comunque legittimo) sono presenti da molti secoli e nessuno ha il diritto di renderne assoluta una a discapito di un’altra.

Esorto tutti, donne o uomini, prima di scrivere cose così insensate e lontane dall’essenza dell’argomento trattato, di riflettere.
Ed esorto in shā’Allāh tutti a occuparsi di questioni più importanti voltando pagina e non perseguitando, minacciando o offendendo le poche donne che indossano il niqab.
Io e le altre credenti che rappresento crediamo ancora, fino a prova contraria, nella buona fede del Ministro e le chiediamo di difenderci e di consentire a tutte le donne che indossano il niqab per scelta libera e convinzione profonda che lo possano fare e vengano rispettate.

Cordiali saluti

Viviana D’Alò Bulić


Apparso su Amathulla il 4 Marzo 2010


Un retaggio medioevale di tradizioni tribali che trovano il fondamento in Afghanistan, retaggio che è lo specchio di un atteggiamento misogino che intende relegare la donna, considerata inferiore, dietro una cappa nera che la annulla fisicamente e psicologicamente’.

Tutte le critiche che vengono volte contro l'Islam sono le stesse che venivano volte contro la Chiesa Cattolica,prima durante e dopo la Rivoluzione Francese.Con 18.000 teste decapitate di uomini colpevoli solo di essere aristocratici, clericali o loro difensori, il popolo venne privato della sua classe dirigente, lasciando in vita le giovanissime eredi delle famiglie più nobili, i loro assassini non solo si impossessavano dei loro beni ma anche dei titoli così tanto odiati quando erano in possesso di altri.L'attacco alle Donne fu portato avanti con i varii movimenti delle suffragette ed il mondo sovratutto quello femminile sopravvissuto alle varie rivoluzioni, guerre e persecuzioni venne di fatto spazzato via dall'Europa subito dopo gli anni cinquanta.Ma la dittatura del laicismo agisce ed opera nel mondo già dalla fine del XIX secolo!E non solo sui popoli europei e sulla Chiesa che non osarono abolire,ma anche sui popoli colonizzati, dalla Francia e dall'Inghilterra: il tentativo di rendere tutto il popolo cinese schiavo dell'Oppio per impossessarsi delle sue ricchezze ed abbattere la sua "civiltà medioevale e misogina"!La distruzione dello stato giuridico nei paesi islamici, che più volte ovunque nel mondo si rivoltarono con sanguinose ribellioni!Il furto dei bambini dei popoli Apache e Lakota in Nord Amerika cui furono tolti gli abiti tradizionali, tagliati i capelli all'Occidentale, forzati ad indossare divise che li rendevano tutti eguali, costretti a parlare solo l'inglese e non la loro lingua tradizionale, costretti ad abbracciare forme religiose che già erano in rivolta contro il Cattolicesimo, hanno scatenato una terribile guerra mondiale per scardinare dall'Europa la sua civiltà: l'austro-ungarica, la russa e la ottomana ed hanno messo le mogli contro i mariti, i figli contro i genitori, gli alunni contro i maestri solo loro possono influenzare le genti: con giornali, televisioni etc.La Donna per loro è una consumatrice, una produttrice di figli in provetta. Questa è una fotografia di Shaitan!
Sorelle siate grate ad Allah che vi ha dato la forza di dire NO a questa Civiltà, poichè Voi siete InchAllah la speranza del futuro!

Janua Coeli
Scritto il 4 Marzo 2010, da Harun Abdul Nûr

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