بسم الله الرحمان الرحيم
Nel Nome di Allah, il sommamente Misericordioso, il Clementissimo
UNA SORELLA, MOGLIE DI UN FRATELLO RECLUSO, RACCONTA…
La lode appartiene ad Allàh e la pace e la benedizione sull’Inviato di Allàh .
Non so da dove iniziare: ad Allàh presento i miei lamenti, piango solo davanti ad Allàh -l’Unico- per la mia disgrazia e il mio dolore.Vorrei parlare con i musulmani perché facciano qualcosa…anche il duà’ per la liberazione dei nostri fratelli detenuti.Mio marito fu arrestato anni fa con l’accusa di essere musulmano e non seppimo nulla di lui finché ci giunse voce che si trovasse presso il carcere di Al-Wàdi Al-Jadìd: fummo contentissimi io ed il mio piccolo bimbo, nato dopo che suo padre fu rinchiuso in galera.Allora il mio bambino parlava e chiedeva di suo padre: «Dov’è andato?», gli rispondevo: «Tornerà domani, inshallah!»… e quando arriva questo ‘domani’ e cosa significa ‘domani’? Lo chiedeva sempre ed io ricacciavo le mie lacrime, così non chiedeva: «Perché piangi?», le trattenevo temendo le sue domande…Quante feste ed occasioni passarono ed il mio piccolo chiedeva di suo padre: «Torna con il vestito nuovo per la festa? – come gli dissi all’aid scorso – …, e arriva il prossimo aid con il mio giocattolo?»…«Perché non fa la rottura del digiuno con noi?»…domande senza risposta, tutti i giorni…ed il mio bambino non si stancava di chiedere ed io non mi infastidivo delle sue domande!!!Andammo a chiedere dove si trova Al-Wàdi Al-Jadìd e venimmo a sapere che è nel sud dell’Egitto.Ci preparammo al viaggio per visitarlo, portammo cibo e vestiti per mio marito, e prendemmo un taxi insieme con altri familiari e parenti di detenuti con mio marito per la stessa accusa.Portai il mio piccolo, perché vedesse suo padre.Arrivammo il giorno successivo, dopo un faticoso viaggio nel deserto, in un posto isolato dove si trova il triste carcere…Dormimmo per strada, poi, arrivati alla porta del carcere, ci chiesero di registrare i nostri nomi e ci fecero aspettare la risposta.Dopo una lunga attesa…alla fine, con la massima freddezza ed indifferenza, ci risposero: «Le visite fra due mesi».Ci presero tristezza e malinconia, addolorati per l’ingiustizia e l’ostentazione di forza…Trascorsero i due mesi, rifacemmo lo stesso viaggio verso lo stesso triste carcere: tre giorni tra l’andata ed il ritorno, in più quasi 300 sterline egiziane [circa 80 dollari] come spese di viaggio…Solo Allàh sa quante sorelle non possono permettersi, per la povertà nella quale vivono, una visita per poter vedere i mariti in prigione, accusati d’Islàm. Chi è così benestante fra queste famiglie da potersi permettere una tale cifra per ogni visita???Solo Allàh sa quanto abbiamo bisogno di questo denaro per pagare l’affitto, oltre alle spese per il cibo, quelle della vita, le medicine,…Grazie ad Allàh -l’Altissimo- che rese facile il nostro viaggio, malgrado le difficoltà…Partimmo nel giorno stabilito ed attendemmo a lungo…seduti per terra che ci permettessero di entrare.Nel frattempo, vedemmo ambulanze entrare nel carcere ed uscirne velocemente.Venimmo poi a sapere che più di 300 fratelli furono trasportati all’ospedale per le precarie condizioni di salute e la diffusione della tubercolosi.Su alcune di queste ambulanze i cadaveri dei fratelli, o fratelli in fin di vita: non sarebbero così morti in prigione [per non attirare alcuna attenzione].I nostri cuori tremavano e speravamo di entrare subito per tranquillizzarci sulla sorte di mio marito e dei suoi fratelli [nell'Islàm].Infine, ci chiamarono ed entrammo.Oh! Non avessi visto…Oh! Fossi morta prima di vedere mio marito castigato ed umiliato…Immaginate! Vidi mio marito entrare nella stanza delle visite piegato su quattro [zampe] come gli animali…Immaginate! La migliore gioventù musulmana condotta da uno spregevole informatore che ordina di camminare come gli animali.I parenti dei carcerati non si poterono trattenere: scoppiavano a piangere, urlavano e vidi, con i miei occhi, il fratello di un detenuto, arrivato da lontano, svenire vedendolo in quelle condizioni. Al ritorno, quest’uomo pianse tutto il tempo…Come si può immaginare la donna che vede il proprio marito arrivare da lei a piedi nudi, con i vestiti da recluso ed i segni delle torture sul suo corpo e non lo vede da anni?!!!E poi, potete immaginare i sentimenti del mio bambino al vedere suo padre in quello stato?!!!Che umiliazione! Cosa ci può essere, oltre a questo, di così offensivo per la dignità dell’uomo?!!!Malgrado tutto ciò, mio marito ed i suoi compagni si trattennero, mostrando il sorriso dello sgozzato: non si erano sottomessi a quei tiranni.Dopo cinque minuti di questa nefasta visita, sentimmo, come uno shaytàn, il suono della sirena avviata dall’informatore.All’improvviso, non vidi più né mio marito, né i suoi compagni di prigionia..perplessità tra i parenti dei detenuti…dov’erano spariti? Dov’erano andati? La terra li aveva inghiottiti?!!!Allungammo i nostri colli per vedere cosa succedeva, e così li vedemmo, mio marito e gli altri fratelli, piegati camminare come le bestie, rientrare, come ne erano usciti, nelle segrete: sentivamo le loro urla e le voci dei criminali che li insultavano nel modo più volgare, ben consapevoli che noi li sentivamo…Uscimmo, noi parenti dei prigionieri, tutti sconvolti…, tutti piangenti…, tutti guardavamo il cielo…Sentii l’anziano padre di un detenuto dire, piangendo: «O signore! Ci basti Tu per gli ingiusti, O Signore!», lo ripeté molte volte, ad alta voce e tutti gli altri [parenti], confusi, dissero: «Fino a quando? O nostro Signore. Fino a quando?».Mio marito e la migliore gioventù d’Egitto in galera per essere torturati ed uccisi…perché tutto questo terribile silenzio della Ummah musulmana? Magari sei morta?? O sei persa?!I vostri fratelli muoiono nelle carceri dei tiranni…CHI LI SALVA? CHI LI LIBERA?O Allàh! Sai che sono una donna debole, che il mio bambino soffre la mancanza di suo padre..O Allàh! Mio marito ed i suoi fratelli [musulmani] muoiono nelle galere di Husni Mubàrak…O Allàh! Gli uomini musulmani li hanno abbandonati…O Allàh! Non c’è forza né potenza se non in Te!O Allàh! Gli uomini musulmani non sono venuti a salvare i loro fratelli, né a liberarli…O Allàh! Facci vedere un Tuo segno per liberare mio marito ed i suoi fratelli!
Confidiamo in Allàh , Egli è il Miglior Garante.
Non so da dove iniziare: ad Allàh presento i miei lamenti, piango solo davanti ad Allàh -l’Unico- per la mia disgrazia e il mio dolore.Vorrei parlare con i musulmani perché facciano qualcosa…anche il duà’ per la liberazione dei nostri fratelli detenuti.Mio marito fu arrestato anni fa con l’accusa di essere musulmano e non seppimo nulla di lui finché ci giunse voce che si trovasse presso il carcere di Al-Wàdi Al-Jadìd: fummo contentissimi io ed il mio piccolo bimbo, nato dopo che suo padre fu rinchiuso in galera.Allora il mio bambino parlava e chiedeva di suo padre: «Dov’è andato?», gli rispondevo: «Tornerà domani, inshallah!»… e quando arriva questo ‘domani’ e cosa significa ‘domani’? Lo chiedeva sempre ed io ricacciavo le mie lacrime, così non chiedeva: «Perché piangi?», le trattenevo temendo le sue domande…Quante feste ed occasioni passarono ed il mio piccolo chiedeva di suo padre: «Torna con il vestito nuovo per la festa? – come gli dissi all’aid scorso – …, e arriva il prossimo aid con il mio giocattolo?»…«Perché non fa la rottura del digiuno con noi?»…domande senza risposta, tutti i giorni…ed il mio bambino non si stancava di chiedere ed io non mi infastidivo delle sue domande!!!Andammo a chiedere dove si trova Al-Wàdi Al-Jadìd e venimmo a sapere che è nel sud dell’Egitto.Ci preparammo al viaggio per visitarlo, portammo cibo e vestiti per mio marito, e prendemmo un taxi insieme con altri familiari e parenti di detenuti con mio marito per la stessa accusa.Portai il mio piccolo, perché vedesse suo padre.Arrivammo il giorno successivo, dopo un faticoso viaggio nel deserto, in un posto isolato dove si trova il triste carcere…Dormimmo per strada, poi, arrivati alla porta del carcere, ci chiesero di registrare i nostri nomi e ci fecero aspettare la risposta.Dopo una lunga attesa…alla fine, con la massima freddezza ed indifferenza, ci risposero: «Le visite fra due mesi».Ci presero tristezza e malinconia, addolorati per l’ingiustizia e l’ostentazione di forza…Trascorsero i due mesi, rifacemmo lo stesso viaggio verso lo stesso triste carcere: tre giorni tra l’andata ed il ritorno, in più quasi 300 sterline egiziane [circa 80 dollari] come spese di viaggio…Solo Allàh sa quante sorelle non possono permettersi, per la povertà nella quale vivono, una visita per poter vedere i mariti in prigione, accusati d’Islàm. Chi è così benestante fra queste famiglie da potersi permettere una tale cifra per ogni visita???Solo Allàh sa quanto abbiamo bisogno di questo denaro per pagare l’affitto, oltre alle spese per il cibo, quelle della vita, le medicine,…Grazie ad Allàh -l’Altissimo- che rese facile il nostro viaggio, malgrado le difficoltà…Partimmo nel giorno stabilito ed attendemmo a lungo…seduti per terra che ci permettessero di entrare.Nel frattempo, vedemmo ambulanze entrare nel carcere ed uscirne velocemente.Venimmo poi a sapere che più di 300 fratelli furono trasportati all’ospedale per le precarie condizioni di salute e la diffusione della tubercolosi.Su alcune di queste ambulanze i cadaveri dei fratelli, o fratelli in fin di vita: non sarebbero così morti in prigione [per non attirare alcuna attenzione].I nostri cuori tremavano e speravamo di entrare subito per tranquillizzarci sulla sorte di mio marito e dei suoi fratelli [nell'Islàm].Infine, ci chiamarono ed entrammo.Oh! Non avessi visto…Oh! Fossi morta prima di vedere mio marito castigato ed umiliato…Immaginate! Vidi mio marito entrare nella stanza delle visite piegato su quattro [zampe] come gli animali…Immaginate! La migliore gioventù musulmana condotta da uno spregevole informatore che ordina di camminare come gli animali.I parenti dei carcerati non si poterono trattenere: scoppiavano a piangere, urlavano e vidi, con i miei occhi, il fratello di un detenuto, arrivato da lontano, svenire vedendolo in quelle condizioni. Al ritorno, quest’uomo pianse tutto il tempo…Come si può immaginare la donna che vede il proprio marito arrivare da lei a piedi nudi, con i vestiti da recluso ed i segni delle torture sul suo corpo e non lo vede da anni?!!!E poi, potete immaginare i sentimenti del mio bambino al vedere suo padre in quello stato?!!!Che umiliazione! Cosa ci può essere, oltre a questo, di così offensivo per la dignità dell’uomo?!!!Malgrado tutto ciò, mio marito ed i suoi compagni si trattennero, mostrando il sorriso dello sgozzato: non si erano sottomessi a quei tiranni.Dopo cinque minuti di questa nefasta visita, sentimmo, come uno shaytàn, il suono della sirena avviata dall’informatore.All’improvviso, non vidi più né mio marito, né i suoi compagni di prigionia..perplessità tra i parenti dei detenuti…dov’erano spariti? Dov’erano andati? La terra li aveva inghiottiti?!!!Allungammo i nostri colli per vedere cosa succedeva, e così li vedemmo, mio marito e gli altri fratelli, piegati camminare come le bestie, rientrare, come ne erano usciti, nelle segrete: sentivamo le loro urla e le voci dei criminali che li insultavano nel modo più volgare, ben consapevoli che noi li sentivamo…Uscimmo, noi parenti dei prigionieri, tutti sconvolti…, tutti piangenti…, tutti guardavamo il cielo…Sentii l’anziano padre di un detenuto dire, piangendo: «O signore! Ci basti Tu per gli ingiusti, O Signore!», lo ripeté molte volte, ad alta voce e tutti gli altri [parenti], confusi, dissero: «Fino a quando? O nostro Signore. Fino a quando?».Mio marito e la migliore gioventù d’Egitto in galera per essere torturati ed uccisi…perché tutto questo terribile silenzio della Ummah musulmana? Magari sei morta?? O sei persa?!I vostri fratelli muoiono nelle carceri dei tiranni…CHI LI SALVA? CHI LI LIBERA?O Allàh! Sai che sono una donna debole, che il mio bambino soffre la mancanza di suo padre..O Allàh! Mio marito ed i suoi fratelli [musulmani] muoiono nelle galere di Husni Mubàrak…O Allàh! Gli uomini musulmani li hanno abbandonati…O Allàh! Non c’è forza né potenza se non in Te!O Allàh! Gli uomini musulmani non sono venuti a salvare i loro fratelli, né a liberarli…O Allàh! Facci vedere un Tuo segno per liberare mio marito ed i suoi fratelli!
Confidiamo in Allàh , Egli è il Miglior Garante.
Da: Majallat al-Minhàj, n.2Traduzione a cura di ISLÀMIQRA’
IslàmIqra’ è il sito gestito da Khadijah e Kassim Britel, leggete e diffondete la loro storia, sostenete la campagna per la liberazione del fratello, e soprattutto non dimenticate questa famiglia nei vostri du’a…
IslàmIqra’ è il sito gestito da Khadijah e Kassim Britel, leggete e diffondete la loro storia, sostenete la campagna per la liberazione del fratello, e soprattutto non dimenticate questa famiglia nei vostri du’a…
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