lunedì 6 settembre 2010
Santa Sakineh, martire delle corna
.pubblicata da INFORMAZIONE SCORRETTA il giorno lunedì 6 settembre 2010 alle ore 11.01.
Ricevo da un lettore e volentieri pubblico:
La vicenda di Sakineh non è soltanto un indicatore di tensione geopolitica, è qualcosa di più, è una fotografia di che cos'è diventato l'occidente, di come si è modificato.
Questa storia di Sakineh,ci racconta poco sull'Iran, di cui grazie alla propaganda sappiamo poche cose e confuse, ma ci racconta molto invece, sul nostro occidente.
Per l'occidente Sakineh è molto più che una semplice poveraccia a cui risparmiare una morte crudele, ma è una martire, un'adepta, una santa, una ''convertita'' ai ''nostri valori'' che muore per essi...
una figura che se fosse trasportata in occidente avrebbe un'autorità morale superiore al Papa, che parlerebbe da un pulpito come un Papa, perchè secondo me al giorno d'oggi è fin troppo facile prendersela con il Papa, con la Chiesa, perchè la Chiesa è ormai morta: chi se la prende invece con i nuovi dogmi, con la nuova chiesa di cui Sakineh è martire?
Questa è la nuova religione, di cui le donne occidentali sono diventate sacerdotesse, che non si può criticare, che dev'essere accettata come dogma.
Una volta l'occidente si incazzava se venivano uccisi dei cristiani, per esempio nella rivolta dei boxer in Cina, la Cina è stata punita con una spedizione apposita per aver ammazzato dei missionari. Allora per avere le opinioni pubbliche dalla loro parte si diceva che bisognava andare a difendere i cristiani, oggi invece in difesa di chi va in guerra l'occidente?
Le femministe svolgono in sostanza la stessa funzione che allora era propria della chiesa cattolica, forniscono un collante ideologico in funzione del quale l'occidente si mobilita, rendendo accettabile e anzi irrinunciabile la guerra per le opinioni pubbliche.
Viene spontanea la domanda, se in occidente, nel frattempo, la religione non sia cambiata...
Ora infatti c'è la religione del sesso libero (ma solo per lei), delle corna (ma solo per lei), dell'intangibilità della Donna, la quale ha rubato la D maiuscola a Dio.
Così come prima si veneravano coloro che rischiavano la vita per Cristo, oggi si venera chi rischia la vita per fare le corna. Questa, rendiamocene conto, E' LA NUOVA RELIGIONE.
Perchè qui non si chiede soltanto pietà per un'adultera, qui le si vuole costruire un monumento, dedicarle un dipinto, un'opera d'arte, un pò come una volta si faceva per i santi...santa Sakineh martire delle corna...
ma immaginate che cosa succederebbe se questa venisse in occidente, il tappetino rosso che le stenderebbero...
i soldi che prenderebbe facendo libri, immaginate gli applausi scroscianti mentre viene intervistata a ''Che tempo che fa'' da Fazio, manco fosse Gandhi...come se tradire e ammazzare il marito fosse un atto meritorio...
qui non si chiede pietà, qui ci si indigna, non solo come se lei fosse innocente, ma come se addirittura fosse una figura esemplare che ha fatto una cosa per cui andrebbe premiata.
Io capisco che si faccia così per un prigioniero politico, ma questa è in carcere per adulterio e omicidio colposo... [In realtà è accusata di essere mandante di un omicidio premeditato, NdR].
Evidentemente si dà a questi atti un valore politico, una donna che tradisce e uccide il marito ha evidentemente aderito ai nostri valori, un'assassina, un'adultera viene vista come una femminista, prova in più di come le femministe considerino realmente sé stesse, COME DELLE ADULTERE ASSASSINE.
Questi sono i danni del femminismo, perchè noi siamo diventati l'Islam all'incontrario, dove viene chiesta in tv la castrazione fisica degli stupratori, ma ci si indigna per la legge del taglione islamico, solo se ovviamente ne fanno spese le donne, dove se l'uomo è tradito deve pure tirare fuori i soldi per mantenere lei e il suo amante...che una donna invece di ricevere soldi per questo debba ricevere pietre è una bestemmia inaccettabile...
ma tu prova a fare questi ragionamenti in televisione...verrai lapidato mediaticamente dalle nostre ayatollah. Eccoci nel nostro, di regime, mentre ci chiedono di mobilitarci per abbattere quello altrui, che nemmeno conosciamo.
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Aggiungo soltanto che anche la storia delle lapidazioni in Iran è una bufala. Per quanto la lapidazione sia formalmente prevista dai codici, l’Iran ha posto fin dal 2002 una moratoria su questo tipo di pena capitale, tant’è vero che – come perfino i nostri media ogni tanto sono costretti ad ammettere, tra una lacrimevole sbrodolata e l’altra sui “diritti delle donne in Iran” – la pena cui Sakineh sarebbe condannata in caso di verdetto di colpevolezza per concorso in omicidio (non per semplice adulterio, come favoleggiato dai nostri giornali) sarebbe l’impiccagione, non la lapidazione. Tutte le notizie di lapidazioni in Iran dopo il 2002 vengono da fonti occidentali e non sono mai state confermate (e anzi sono state ripetutamente smentite) dalle autorità iraniane. Inoltre, nel 2008 è stato presentato al Parlamento iraniano un progetto di legge che chiede di eliminare anche formalmente la menzione della lapidazione dai codici penali. La revisione del sistema penale iraniano, in corso dal giugno 2009, mira, tra le molte altre cose, anche a questo obiettivo.
Paesi in cui la lapidazione è effettivamente praticata sono l’Afghanistan e l’Arabia Saudita (che prevede per le adultere anche la pubblica decapitazione), ma raramente vengono citati dalle cronache, trattandosi di “protettorati” o di alleati degli Stati Uniti. Anche Israele non scherza: qui potete vedere (se ve la sentite) le immagini della lapidazione di una donna palestinese ad opera di alcuni soldati dell’esercito israeliano.
En passant, ricordo anche che negli Stati Uniti, in Virginia, sta per essere giustiziata Teresa Lewis, per crimini non troppo dissimili da quelli di Sakineh (anche lei aveva organizzato l’omicidio del marito, insieme a quello del figliastro). Curiosamente, i giornali occidentali non hanno dedicato alla sua vicenda neppure un millesimo dello spazio dedicato a Sakineh, niente petizioni pubbliche, niente accorate rimostranze contro la disumanità del sistema penale americano. I riflettori della propaganda, evidentemente, non sono programmati per accendersi sulla barbarie dei dominanti.
http://blogghete.blog.dada.net/archivi/2010-09-06
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