sabato 13 febbraio 2010

In memoriam Pio Filippani Ronconi

12/02/10
In memoriam Pio Filippani Ronconi
Pio Filippani Ronconi
(Madrid, 10 marzo 1920 – Roma, 11 febbraio 2010)


E' stato uno storico delle religioni, conoscitore di tradizioni mistiche del vicino e dell'estremo oriente e di numerose lingue orientali (fra cui, il sanscrito, l'arabo e molti dialetti dell'India). Nato da famiglia aristocratica (Patrizi Romani e Conti del Sacro Romano Impero), allo scoppio della guerra civile spagnola rimase orfano della madre, fucilata dai repubblicani. Tornato in Italia con la famiglia, si dedicò allo studio universitario delle lingue indoeuropee e di altre lingue quali il turco, l'arabo, l'ebraico e il cinese e per questo fu più tardi impiegato all'EIAR come lettore dei radiogiornali in lingua straniera. Intanto i suoi interessi spirituali lo portarono alla pratica del Tantra e alla conoscenza di Julius Evola e di altri personaggi del Gruppo di Ur.
Allo scoppio della II guerra mondiale si arruolò volontario tra gli Arditi, e combatté in Libia. Venne ferito due volte e ricevette alcune onorificenze. Dopo la caduta di Mussolini e la fondazione della Repubblica Sociale Italiana, si arruolò con il grado di Obersturmführer ("comandante superiore assaltatore", corrispondente al grado di tenente) nella Legione SS Italiana, formazione appartenente alle Waffen SS europee e per il suo impegno nella difesa del fronte a Nettuno ricevette dal comando tedesco la Croce di Ferro.
Dopo la II guerra mondiale, fu impiegato all’ufficio radiodiffusione per l’estero della presidenza del Consiglio. Conobbe in questo periodo Massimo Scaligero attraverso il quale si avvicinò agli scritti di Rudolf Steiner, ma negli anni seguenti elaborò una propria visione dell'antroposofia, depurata dei suoi aspetti cristiani e focalizzata invece sugli antichi paganesimi indoeuropei, anche se in effetti già durante la guerra aveva dichiarato alle autorità militari tedesche di essere pagano (Heiden).
Nel 1959 iniziò la carriera accademica all’Istituto Universitario Orientale di Napoli dove fu assistente di Giuseppe Tucci e più tardi docente egli stesso. Della sua attività di traduzione di testi e saggi sulle tradizioni orientali resta fondamentale il volume sul canone buddhista. Parallelamente alla sua attività accademica, Filippani pone le sue capacità al servizio delle istituzioni italiane lavorando come crittografo presso il Ministero della Difesa e traduttore di lingue orientali.
Verso la fine degli anni novanta fu interrogato dalla magistratura italiana per la strage di piazza Fontana a causa di un suo intervento al convegno dell'Hotel Parco dei Principi dove lesse un suo scritto sulla controrivoluzione che si sospettava fosse stato in qualche modo utilizzato per pianificare una strategia della tensione, ma le indagini ne esclusero qualsiasi forma di coinvolgimento.
Ha anche ricevuto la laurea Honoris Causa in teologia e Scienze dell’Islam all’Università di Teheran e quella in Filosofia della Storia nell’Ateneo di Trieste. Quale docente e storico delle religioni, ha sviluppato ricerche sulle sette gnostiche in India e Tibet e sui movimenti mistici ed eterodossi nell’Islam orientale, specialmente in Persia. Ha indirizzato i propri interessi verso la fenomenologia religiosa, dello Yoga e dello Sciamanesimo, argomenti sui quali ha pubblicato vari scritti. Fra le sue attività, si ricorda la sua partecipazione alla spedizione in Marocco, promossa dalla Fondazione Ludwig Keimer, che portò alla scoperta dell’antica città di Sigilmassa.
Nel 2000 ha collaborato con il Corriere della Sera scrivendo articoli sulle filosofie orientali, ma il rapporto si interruppe quando un lettore denunciò al giornale la militanza di Filippani Ronconi durante la seconda guerra mondiale.
E' ritenuto il massimo orientalista e storico delle religioni del Novecento italiano.

Opere:
* Storia del pensiero cinese. Torino, 1964.
* Ismaeliti ed Assassini. Basilea, 1973.
* Magia, religioni e miti dell'India. Roma, 1981.
* Le vie del buddhismo. Genova, 1988.
* Vak. La parola primordiale. Quattro saggi
sui tantra. Marina di Patti, 1988.
* Il buddhismo, storia e dottrina. Roma, 1994.
* L'induismo. Roma, 1994.
* Ismaeliti ed "Assassini". Storia mistica e
metafisica di una setta che fece tremare il
Medio Oriente, Il Cerchio, Rimini 2004.
* Zarathustra e il mazdeismo. Roma, 2007.



Ha curato anche la traduzione di alcuni testi delle religioni orientali:

* Nasir-i Husraw - Il libro dello scioglimento e
della liberazione. Napoli, 1959.
* Sadi - Il roseto. Torino, 1965.
* Ummu'l-Kitab. Napoli, 1966.
* Upanisad antiche e medie, Torino, 1968.
* Canone buddista: così è stato detto (Itivuttaka).
Milano, 1995.
* Buddha: La via per la saggezza. Dhamma-Pada e discorsi. Roma, 2006, Newton


Pubblicato da Aldous a 20.35 su Il Corriere Metapolitico

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Pio Filippani Ronconi (10.3.1920 - 11.2.2010)

Pio Filippani Ronconi
Am 11. Februar verstarb Graf Pio Filippani Ronconi im 90. Lebensjahr.





Conte Pio Filippani Ronconi war einer der bedeutendsten Orientalisten Italiens, der den Lehrstuhl für Indologie an der Universität von Neapel innehatte, Fachmann für Buddhismus, Hinduismus und schiitische Gnosis (er übersetzte das berühmte Umm al-Kitâb, siehe auch: Iranische und islamische Spuren des Grals ).

Sein Standardwerk über die Ismaeliten, "Ismaeliti e "assassini": storia, mistica e metafisica di una setta che fece tremare il Medio Oriente", wurde vor wenigen Jahren wiederveröffentlicht (Il cerchio, 2004). Ende 2008 erschien in dem Band "Imperi della steppe da Attila a Ungern Khan" sein Beitrag "Un tempo un destino. Il fato singolare del barone-generale Román Fiodórovic von Ungern-Sternberg".

In dem Erinnerungsband an Julius Evola "Testimonianze su Evola" berichtete unter dem Titel "Julius Evola: un destino" über seine erste Begegnung mit Evola bereits im Alter von 14 Jahren durch dessen Tantrabuch "L'Uomo come Potenza". In dem Band der Fondazione Julius Evola "Julius Evola un pensiero per la fine del millennio" (Rom 2001) war er darüberhinaus mit dem Beitrag "Julius Evola: per una impersonalità attiva" vertreten.

Bis zum Jahr 2000 schrieb er für die führende bürgerliche Tageszeitung "Corriere della Sera", bis das Bekanntwerden seiner Tätigkeit als SS-Obersturmführer der 1. Sturmbrigade der Italienischen Freiwilligen Legion zu öffentlichen Angriffen und einem inszenierten Skandal führte. Danach erschienen öfters Beiträge von ihm in "La Cittadella", der römisch-traditionalistischen Zeitschrift.



Eine ausführliche italienische Würdigung anläßlich seines Ablebens:

In onore del Conte Pio Filippani Ronconi

Zitat (unsere Übersetzung):

Er war nicht nur ein italienischer Meister der Orientalistik und der Religionsgeschichte des 20. Jahrhunderts, und ein heldenhafter Kämpfer gegen die materialistische Subversion, sowohl mit den Waffen wie mit der Feder, sondern vor allem eine große und noble Gestalt eines Meisters der Tradition und ein unsterbliches Beispiel eines aufrechten Menschen inmitten der Ruinen der modernen Welt.

Und ein Nachruf in "Il Giornale":
Pio Filippani Ronconi
Dal nazismo a Buddha: storia dello studioso che ha fatto scandalo
di Luigi Mascheroni

Grande orientalista e storico delle religioni, Pio Filippani Ronconi aveva 90 anni. Nel 2001 fu cacciato dal "Corriere" per il suo passato nelle SS.
 La sua vita fu avvolta dalle leggende, e così lo è oggi la sua morte. Tra le tante che aleggiavano attorno alla sua figura di guerriero mistico, si tramandava quella che avesse già scelto la liturgia del proprio funerale. Voleva che la bara fosse avvolta nella bandiera del Terzo Reich. È morto Pio Filippani Ronconi: l’ultimo nazista.
Probabilmente si tratta soltanto di una leggenda nera. Ma quella bandiera, se anche non ne avvolgerà la morte, avvolse buona parte della sua vita, e la memoria del suo nome da qui fino a quando sarà ricordato.
Pio Filippani Ronconi, nato a Madrid nel 1920, un «italiano all’estero» come si definiva, era un orientalista e storico delle religioni, uno dei più grandi del nostro Novecento. Un maestro che conosceva una quarantina di lingue, un accademico di rango, uno studioso che pubblicò una ventina di libri sulle culture e filosofie orientali, un «iniziato» che tradusse dal sanscrito le Upanishad. Ma era ricordato, e lo sarà sempre, perché da giovane indossò la divisa delle SS. Una scelta che non può essere cancellata da alcun percorso culturale successivo. Seppur brillantissimo. Sono scelte estreme, che si pagano, magari anche mezzo secolo dopo, come pagò Filippani Ronconi.
Anzi, il conte Pio Filippani Ronconi, nato da famiglia aristocratica, patrizi romani e conti del Sacro Romano Impero. Il padre passò la vita tra l’Italia, l’Inghilterra, i Caraibi fino in Patagonia. La madre fu fucilata dai repubblicani, in Spagna, durante la guerra civile, finita la quale il giovane caballero che in quel momento conosceva già lo spagnolo, l’inglese, l’arabo, il turco... tornò in Italia. Nella Seconda guerra mondiale, a vent’anni, volontario negli Arditi, è già a combattere in Africa. Durante il conflitto si copre di gloria e di almeno un paio di ferite. La più grave subito dopo l’otto settembre 1943. «Il nove settembre mi resi conto che quello che avevo fatto fino ad allora non era altro che lo sfogo di un giovane studioso ed entusiasta; quello che avevo ancora da fare era qualcosa di molto più vicino all’ideale di uomo», ricordò in un’intervista. Ossia? «Lavare l’onta del tradimento».
Pio Filippani Ronconi per lavare l’onta si arruola con il grado di Obersturmführer - «comandante superiore assaltatore» - nelle Waffen SS italiane. Durante lo sbarco Alleato è a Nettuno, «serve» nel Battaglione degli Oddi, sotto il comando del conte Carlo Federico degli Oddi, già ufficiale delle camicie nere. Andavano a tagliare i reticolati, ci passavano sotto, sgozzavano il nemico col coltello, arma nella quale Filippani Ronconi eccelle. «Era un compito duro, non pensavamo alla gloria... era la gioia di vivere davvero, malgrado rischiassimo la morte». Per il suo eroismo nella difesa del fronte a Nettuno riceve dal comando tedesco la Croce di Ferro. Il Léon Degrelle italiano.
E finita la guerra - durante la quale continua a studiare e (così si sussurra) avvicina anche le mitiche SS tibetane - le leggende continuano. Si interessa all’antroposofia e agli antichi paganesimi indoeuropei, approfondisce la storia delle religioni. Negli anni arriverà a conoscere anche il persiano, il pali, il cinese, lo svedese, il norreno, l’aramaico. Pratica boxe, judo, aikido. Nel 1959 inizia una carriera accademica che lo porta all’Istituto orientale di Napoli. Insegnerà Lingua e letteratura sanscrita, Dialettologia iranica, Filosofie dell’estremo oriente. Scrive e traduce testi ancora oggi fondamentali, tra i quali il volume sul canone buddhista.
Intanto, è impiegato come traduttore all’ufficio radiodiffusione per l’estero della presidenza del Consiglio. E collabora come crittografo con il ministero della Difesa. Ufficialmente. Ma si dice - tutta la sua vita è un «si dice» - in realtà lavori per i Servizi segreti. Non è fascista, né neofascista. Lui si è sempre chiamato «guerriero». Però nel ’65 partecipa all’Hotel Parco dei Principi di Roma al famigerato convegno sulla «guerra rivoluzionaria» organizzato dall’Istituto Pollio, centro di studi strategici dietro cui si celavano i servizi di sicurezza dello Stato. È per via del suo intervento sulla controrivoluzione che Pio Filippani Ronconi negli anni Novanta viene interrogato dalla magistratura per la strage di piazza Fontana. Le indagini ne escludono qualsiasi coinvolgimento. Ma lo spettro dell’eversione nera (e delle mai fino in fondo chiarite finalità del circolo «Urri», l’Unione rinnovamento ragazzi d’Italia, da lui fondato per occuparsi di «archeologia e controguerriglia») non lo abbandonerà mai.

Il passato, soprattutto certo passato, non passa mai. E quando Pio Filippani Ronconi, ormai riconosciuto orientalista, nel 2000 inizia a collaborare con il Corriere della sera, i fantasmi nazisti riappaiono sulla sua strada: un lettore (è la versione ufficiale, ma forse si tratta di un giornalista interno) riporta alla luce via e-mail i trascorsi SS della celebre firma. È il gennaio 2001. Sotto la direzione di Ferruccio de Bortoli, il komintern di redazione chiede la testa del «nazista» e del responsabile delle pagine culturali, Armando Torno (che già lo aveva chiamato a collaborare al Sole 24Ore insieme a Geymonat, Fortini, Cases... senza alcun problema).
Pochi mesi prima Pio Filippani Ronconi aveva ricevuto una laurea honoris causa a Trieste controfirmata dal ministro dell’Istruzione del governo Prodi, Luigi Berlinguer. Così ricorderà Pio Filippani Ronconi la polemica che per giorni tenne banco sui giornali: «L’acqua bagna, il fuoco brucia: è il dharma, come lo chiamano gli indiani... sarebbe a dire che ognuno fa le cose con i mezzi che ha. C’è gente che striscia nel fango e non può fare altro che inzaccherarti».

L'11 febbraio, sulla soglia dei novant'anni, è passato ad altra vita Pio Filippani Ronconi.

Combattente d'Africa e poi SS italiana si coprì di gloria sul fronte di Nettuno dove guadagnò la Croce di Ferro.
Fu insigne studioso di lingue indoeuropee, di lingue e culture orientali e di religioni, in particolare lo zoroastrismo.
Ebbe una vita costantemente esemplare e retta, un uomo di una tempra che non c'è più.
La sua anima arde nel fuoco dello Spirito.
"Sono gli Dèi che ci hanno spinto a nascere in questo momento in questa cultura e in questo popolo. E dobbiamo, in un certo modo, restituire a Loro la grazia che Essi ci hanno dato. È necessario far rinascere la nostra razza, perché la nostra razza è stata sovente confusa con una razza animale. Noi non siamo degli animali. E anche se avessimo il volto di pellirossa o di persiani o di polinesiani, noi siamo Romani, perché abbiamo, prima di nascere, eletto di essere Romani. Altrimenti non saremmo nati Romani. E anche non parlo di Roma come città, ma dico Roma come realtà spirituale."


...Ero ferito, debole, depresso: mi serviva ordine. Mi stufai di contemplare le placide acque del Lago di Garda da Salò, andai da Barracu e gli dissi: "Eccellenza, io sono un gentiluomo, il mio dovere e mestiere è fare la guerra, mi faccia raggiungere il fronte". Volevo andare in Russia. Mi incamminai verso Verona, carico di libri; un generale delle Waffen mi diede un passaggio e mi incaricò come suo ufficiale, poi anche lì dovetti insistere per combattere, con un bel discorso romantico di quelli che piacciono ai tedeschi, i quali sono semplici come dei contadinotti: "Sono un patrizio romano, devo lavare la vergogna della resa...". Entrai nel gruppo del conte Carlo Federico degli Oddi.
"Al centro di queste unità combattenti esisteva un Ordine, come quello dei Cavalieri Teutonici... Il senso terribile di devotio, di offerta spirituale di sé, era accresciuto da una vena di insegnamento esoterico, in parte derivante dalla Thule Gesellschaft, in parte dalle discipline meditative riportate in Europa dalle varie missioni delle SS in Tibet alla fine degli anni Trenta. Del resto il simbolo della doppia runa della vittoria indicava l'aspirazione verso la vittoria su se stesso e sul mondo esterno. (..)
Il battaglione aveva un organico di 653 uomini. A Nettuno perdemmo il sessanta per cento degli uomini: eravamo seicentocinquantatré, ritornammo in centoquarantasei..."


[..]perché o si vive o si muore, ma se si vive bisogna darsi un po’ da fare. Esercitarsi col fisico, esercitarsi con la mente, esercitarsi con lo spirito.

Peccato che non abbia abbracciato l'Islam pur avendolo onorato ed ammirato, i Fratelli Bosniaci lo avrebbero accolto con tripudio! (Janua Coeli - L.Abdul Nûr Cabrini).

Eines seiner letzten Interviews:
Ho avuto la possibilità di vivere la poesia. Intervista al prof Pio Filippani Ronconi.



Ein Text, erschienen in "La Citadella" (PDF): 

Pio Filippani-Ronconi, Agni-Ignis. Metafisica del Fuoco Sacro, scaricabile dall'originale in Eiserne Krone. 

Eingestellt von kshatriya um 20:04, riprodotto da Eiserne Krone

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