martedì 13 ottobre 2009

Dio, Religione, guerra, Naqshbandiya


Peggio dell'ignoranza sono le mezze verità
Posted on 12 Ottobre 2009 by Stefano
htpp://ilderviscio.wordpresse.com/

ARTICOLO APPARSO SU " IL DERVISCIO" E CHE RIPRODUCIAMO QUI SU JANUA COELI
COME LETTERA APERTA A GILLES MUNIER.
C’era un tempo in cui se non eri di “Avanguardia Operaia” eri “fascista”. Non importa se a proposito o a sproposito, ma queste erano le uniche alternative. Lo stesso valeva per “Lotta Continua”, o eri di LC o eri fascista, o eri di Potere Operaio o eri fascista, e cosí via. Ognuno consapevole di essere padrone della Veritá Rivoluzionaria Cosmica. O eri cosí o eri perso nel baratro.
Poi, notoriamente, la rivoluzione non ci fu e ognuno tornó a casa e, col passare del tempo, cominció a guardare oltre lo steccato del proprio orticello per scoprire che esiste un mondo anche al di lá del fiume.
Tutti?
No.
Non tutti.
Alcuni sono approdati ad altre sponde ma non hanno abbandonato l’idea della Veritá unica, esclusiva, per pochi eletti, al di lá della quale sei fascista, venduto, servo della CIA, cialtrone.
È l’idea che mi sono fatto leggendo un articolo alquanto ameno su Eurasia dell’Autore Gilles Mounier.


Intanto Gilles comincia con un preambolo che è giá la sintesi della confusione e delle mezze verità di cui si nutre. Ad esempio col chiamare “confraternita sufi” un gruppo combattente all’interno del partito Baath clandestino e che si fregia del nome di “Jaysh Rajal al-Tariqa al-Naqshbandiyya” (JRTN), dal nome del suo comandante, Abdurahman Naqshbandi, già ufficiale dell’esercito iracheno e rampollo di una famiglia nota per il suo nazionalismo e per la sua partecipazione, nel 1958, alla deposizione cruenta della monarchia.
Affermare che una “confraternita sufi” combatte all’interno del partito Baath, erede dell’omicidio della famiglia reale irachena, dovrebbe giá accendere tutte le luci d’allarme di chi ha un minimo di conoscenza del contesto di cui si parla. Non parliamo a sproposito di turuq! I turuq non sono uno strumento da inserire in contesti della politica piú corrotta con la speranza di poterli ridurre a complemento dei nostri sogni fantastici di rivoluzioni contro un mondo che stentiamo a comprendere.
“Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.
Gesù allora disse a Pietro: “Rimetti la tua spada nel fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?”. (Gio. 18, 10-11)
Pietro era zelota, come Giuda.
“In Gerusalemme nacque una nuova forma di banditismo, quella dei così detti sicari (Ekariots), che commettevano assassini in pieno giorno nel mezzo della città. Era specialmente in occasione delle feste che essi si mescolavano alla folla, nascondevano sotto le vesti dei piccoli pugnali e con questo colpivano i loro avversari. Poi, quando questi cadevano, gli assassini si univano a coloro che esprimevano il loro orrore e recitavano così bene da essere creduti e quindi non riconoscibili “ (Giuseppe Flavio, Guerra Giudaica II- 12).
Gli zeloti combattevano per liberare la Palestina dall’occupazione romana e cercarono il consenso del Profeta Isa-Gesú (la pace sia con Lui), il quale, interrogato a proposito del tributo, rispose di rendere a Cesare ció che è di Cesare e a Dio ció che è di Dio.
Ecco, sarebbe bene, quando si parla di Profeti, di Religione di Turuq, non confondere le acque.
Dio, i Profeti, le Religioni, i Turuq, non sono lí per collimare con i nostri sogni fantastici di lotta all’imperialismo americano e di improbabili rivolte contro il mondo moderno. Di fronte a Dio, ai Profeti, ai Santi ci dobbiamo solo inchinare e ascoltare con umiltá i loro insegnamenti. Ogni Tariqa è depositaria di un segreto di cui, se non sappiamo nulla, faremmo bene a tacere. Ci sono dervisci che compiono riti durante i quali i murid vengono trafitti con spade e pugnali e ció ha un senso in un contesto preciso. Se non sappiamo nulla al proposito, faremmo bene a tacere. Ci sono dervisci chiusi in grotte nel deserto che recitano preghiere interrompendo il loro servizio solo per espletare i bisogni fisiologici elementari e ció ha un senso in un contesto preciso. Se non sappiamo nulla al proposito, faremmo bene a tacere. Ci sono Sheick che agiscono nel mondo visibile e siedono a tavola coi potenti della terra e ció ha un senso in un contesto preciso. Se non sappiamo nulla al proposito, faremmo bene a tacere.
Quanto alle fantasie di Gilles, Sheick Nazim al-Haqqani non è di origini libanesi e il suo Gran Sheick Abdullah era Daghestano. Sarebbe bastata un’occhiata su Wikipedia. Sheick Hisham al-Kabbani è islamista di fama mondiale, ovvio che partecipi a congressi, riunioni e incontri di livello internazionale ai quali partecipano personaggi come quelli citati nel testo. Il Dalai Lama è capo spirituale di milioni di buddhisti e ció che fa scandalo è che molti dei potenti della terra abbiano dei problemi a sedere al suo tavolo, quindi dove sta il problema? E che Sheick Hisham dica e dichiari ció che ha detto e dichiarato mi sembra ovvio. O non era forse Saddam Hussein un delinquente comune, corrotto e socialista? O non sono forse i Talebani dei barbari ottusi? E non sono forse esseri indegni coloro che allacciano cinture di tritolo alla vita dei propri figli per mandarli ad esplodere nei bus e nelle pizzerie? E non sono forse combattenti senza onore coloro che sparano razzi kassam al riparo di abitazioni civili per colpire a caso coloni e civili dall’altra parte?
Del resto, contrariamente alle speranze di chi vorrebbe un Islam tutto teso verso la jihad contro il mondo occidentale, nella migliore tradizione musulmana i Santi e i Sapienti della nostra epoca sono tutti concordi nello sforzo verso un mondo di pace di comprensione e di tolleranza ed è una somma fortuna in questo periodo buio, poter ascoltare voci illuminanti come quelle di Sheick Nazim al-Haqqani, Sheick Hisham al-Kabbani o del Gran Muftí di Damasco Ahmad Badr Al-Din Hassoun, degno discepolo di Achmad Kuftaro (discepolo di Sheik Abdullah Daghestani).

Quindi non mescoliamo Dio, i Profeti e i Santi ai desideri della “guerra santa”, perché: “Non ci sarà una guerra Santa, perché non ci sono guerre sante; è la pace a essere Santa”

(Parlamento Europeo, Seduta solenne – Allocuzione di Ahmad Badr El Din El Hassoun, Gran Muftì della Siria 15.1.2008)



2 commenti:

  1. gabriele bianchi, su Ottobre 13th, 2009 a 17:20 Ha detto:
    Sto proprio finendo di scrivere un racconto sulle note del naj e se c’è una cosa che mi fa arrabbiare è di parlare a sproposito del sufismo che considero la più alta scuola di sapienza in questo mondo così rattrappito da preconcetti e pregiudizi
    grazie di cuore per aver risposto così chiaramente

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  2. E' un peccato che "Eurasia", che per il resto pubblica articoli egregi, si sia prestata alla diffusione di queste illazioni; ma la causa non è stata certo la malafede quanto l'incomprensione, da parte dei gestori del sito di "Eurasia", di questioni troppo diverse da quelle meramente "geopolitiche".

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